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L’UNIONE EUROPEA BOCCIA L’ITALIA: SQUILIBRI ECCESSIVI

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AG.RF.(MP).06.03. (ore 6.41)

“riverflash” La Ue bacchetta l’Italia per “squilibri macroeconomici eccessivi” che richiedono uno “speciale monitoraggio” da parte dell’Unione Europea, che farà rapporto all’Eurogruppo sulle riforme italiane e a giugno, riservandosi poi la possibilità di decidere ulteriori passi. Quali sono gli squilibri evidenziati dalla commissione? Il debito alto, la scarsa competitività e l’aggiustamento strutturale insufficiente. Nella sua analisi approfondita in merito agli squilibri macroeconomici effettuata su diciassette Paesi, la Commissione Ue affianca l’Italia assieme alla Croazia e alla Slovenia nel gruppo di Paesi dove gli squilibri vengono considerati “eccessivi”. Tutti gli altri sono nel gruppo dove esistono squilibri ma meno gravi. “L’Italia deve affrontare un livello molto alto del debito e per questo servono misure politiche urgenti”, ha dichiarato la Ue, “serve dunque un’azione decisiva per ridurre il rischio di effetti avversi sul funzionamento dell’economia italiana e della zona euro. Il debito elevato mette un grande peso sull’economia, in particolare nel contesto di cronica crescita debole e inflazione sommessa. Inoltre, occorre mantenere un avanzo primario molto alto – sopra la media storica – e una robusta crescita del pil per un periodo prolungato, elementi necessari a porre il debito su un percorso discendente. Lo scorso anno – ha concluso la Commissione –
l’Italia ha fatto passi avanti verso il raggiungimento dell’obiettivo di medio termine, ma ciononostante l’aggiustamento strutturale per il 2014 appare insufficiente vista la necessità di ridurre il debito a un passo adeguato”. Ecco perché quindi,  la Commissione compirà un monitoraggio specifico delle politiche raccomandate all’Italia dal Consiglio nell’ambito del semestre europeo e farà regolari rapporti all’Eurogruppo e al Consiglio e invita il governo ad avviare le riforme per rafforzare crescita e occupazione, attraverso politiche adeguate. Il premier Renzi ha commentato le dichiarazione della Commissione Europea affermando che “i numeri evidenziati dalla Ue sono molto duri, occorre cambiare subito direzione e allora via subito con i temi legati alla scuola, alla casa e al lavoro, servono misure shock, altrimenti sprechiamo la ripresa”.

 

 

 

 

 

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