di Sabrina Sciabica (AG. RF. 02.02.2016)
(riverflash) – Ha appena compiuto cinque anni il Google Cultural Institute, altresì detto Google Art Project. Ma di cosa si tratta esattamente?
Di una vera e propria meraviglia della tecnologia: un sito che permette di conoscere ed esplorare l’arte direttamente dal proprio pc; un’interessantissima piattaforma informatica, accessibile via internet, dedicata ai capolavori dell’arte antica, moderna e contemporanea. Completamente gratuito, questo mega contenitore virtuale è utile per dare informazioni corrette e precise su molte opere famose e per stimolare, anche nel pubblico meno sapiente, la voglia di avvicinarsi all’arte.
Il sito, semplicissimo da usare, utilizza la stessa tecnologia già progettata per Street View. Basta andare sul link https://www.google.com/culturalinstitute/project/art-project?hl=it e cominciare con il video esplicativo che ci illustra come muoverci all’interno del progetto, cliccando in alto sulla dicitura: “Benvenuti nel Google Cultural Institute. Fai un tour o guarda un video per iniziare.”
È possibile, quindi, scegliere un museo e fare una visita virtuale ammirando non soltanto la planimetria dell’edificio e le sue sale, come se vi fossimo dentro, ma soprattutto le più belle opere d’arte lì esposte.
Le modalità di ricerca sono molteplici: per Artisti (da Antonello da Messina a Giorgio de Chirico, per fare degli esempi); oppure per Collezioni, ovvero con il nome del museo (vi si trovano la Galleria d’arte moderna di via Crispi a Roma, la National Gallery di Londra, ma anche musei meno conosciuti come ad esempio l’Azerbaijan Carpet Museum in cui si conservano meravigliosi tappeti, tessiture e oggetti d’arte orientale).
È, ancora, possibile la ricerca per Opere d’arte scrivendo il titolo dell’opera nello spazio apposito: basta digitare Melencolia per trovare l’immagine ad alta risoluzione dell’incisione di Dürer e, cliccando su Dettagli, avere interessanti informazioni sull’opera leggendo un breve testo tratto da Wikipedia:
“Melencolia I è un’incisione a bulino di Albrecht Dürer, siglata e datata al 1514 e conservata, tra le migliori copie esistenti, nella Staatliche Kunsthalle di Karlsruhe. L’opera, densa di riferimenti esoterici, tra cui il quadrato magico, è una delle incisioni più famose in assoluto, oggetto anche di omaggi come quello di Dan Brown nel romanzo Il simbolo perduto.”
Ad oggi si contano decide di migliaia di opere e ben mille gallerie internazionali da esplorare; dai reperti dell’antica Grecia al post-moderno, dai Musei Capitolini al contemporaneo del MAXXI, dagli Stati Uniti al Giappone, in attesa che molti altri musei aderiscano all’iniziativa.
Per gli appassionati e i curiosi, ricordiamo, anche, l’ottimo lavoro – disponibile già da diversi anni – del sito ufficiale della Santa Sede http://w2.vatican.va/content/vatican/it.html in cui è possibile fare la visita virtuale delle 4 basiliche. Cliccando nella parte più bassa dell’homepage si trova la dicitura “Basiliche e Cappelle papali virtual tour”.
Da lì possiamo scegliere tra le quattro basiliche (S. Pietro, S. Giovanni, S. Paolo, Santa Maria Maggiore) e la Cappella Redemptoris Mater, Necropoli Vaticana, Cappella Sistina e Cappella Paolina…e rimanere senza fiato anche davanti alle meraviglie dell’arte sacra.
Categoria: Arte, Attualità, Cinema e SerieTv, Cultura, Eventi, Spettacoli, Storia | Tag: Albrecht Dürer, Antonello da messina, giorgio de chirico, google art project, Google Cultural Institute, maxxi, Musei Capitolini, Santa Sede
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