Coppa di Africa dal 13 gennaio
header photo

ingrandisci il testo rimpicciolisci il testo testo normale feed RSS Feed

GIU’ LE MANI DAL PIATTO PER 2 ITALIANI SU 3

prodotti-tipici_0

AG.RF(MP).15.10.2016

“riverflash” – Piu’ di 2 italiani su 3 (68%) ritengono che l’Unione Europea non dovrebbe legiferare sui cibi e le bevande consumate nel Belpaese prendendo decisioni ambigue e dannose per il patrimonio enogastronomico nazionale. Ciò è quanto emerge dall’indagine Coldiretti/Ixe’ sull’ atteggiamento degli italiani nei confronti dell’Unione Europea con l’esposizione “Le mani dell’Europa nel piatto” all’apertura del Forum Internazionale dell’Agricoltura e dell’Alimentazione a Cernobbio.

“Nell’ambito alimentare l’Unione Europea – sottolinea la Coldiretti – ha spinto negli anni verso l’omologazione al ribasso delle caratteristiche degli alimenti mettendo in crisi le produzioni tradizionali per effetto di una concorrenza sleale fondata sull’inganno legalizzato. Basti pensare alla possibilità concessa dall’Ue di incorporare la polvere di caseina e caseinati, al posto del latte, nei formaggi, di aumentare la gradazione del vino attraverso l’aggiunta di zucchero nei Paesi del Nord Europa o di ottenerlo a partire da polveri miracolose contenute in wine-kit che promettono in pochi giorni di ottenere le etichette più prestigiose con la semplice aggiunta di acqua. Ma l’Europea consente anche per alcune categorie di carne la possibilità di non indicare l’aggiunta d’acqua fino al 5 per cento, o addirittura di eluderla per alcuni prodotti (wurstel, mortadella) mentre circolano liberamente imitazioni dei prodotti alimentare made in Italy piu’ tipici, dal Parma Salami Genova fatto in Messico al Caccio cavalo brasiliano fino al Prosecco alla spina della Gran Bretagna, realizzati fuori dall’Italia che ingannano i consumatori sulla reale origine. Storica è poi l’imposizione all’Italia dell’Unione di aprire i propri mercati anche al cioccolato ottenuto con l’aggiunta di grassi vegetali diversi dal burro di cacao.

 Un comportamento che ha contribuito naturalmente ad accrescere la diffidenza nei confronti dell’Unione Europea tanto che oggi gli italiani si sono convinti che l’Ue abbia portato più svantaggi che vantaggi. Nello specifico, il 34 per cento degli italiani, ritiene che il Paese abbia tratto piu’ svantaggi contro il 28 per cento di quelli che ritengono siano stati superiori i vantaggi, mentre il 26 per cento pensa che ne siano derivati vantaggi e svantaggi in egual misura e l’8 né l’uno né l’altro.

 Tale atteggiamento, è maturato anche a seguito di molte scelte discutibili adottate dall’Unione che sono state spesso viste in contraddizione con l’interesse dei cittadini e a favore delle lobby di potere economico. Ben il 52% ritiene che le decisioni dell’Unione Europea siano influenzate soprattutto dai Paesi piu’ potenti, il 31% dalle lobby finanziarie ed economiche, il 9% dalla burocrazia ed appena il 2% dai cittadini.

 In questo contesto, grande diffidenza emerge pure nei confronti delle politiche dell’Unione Europea sul commercio internazionale con accordi che hanno favorito l’ingresso di prodotti di bassa qualita’. In particolare per quanto riguarda l’accordo transatlantico di libero scambio tra Unione Europea e Stati Uniti solo il 33% ne ha sentito parlare e sa di cosa si tratta mentre il 31% ne ha sentito parlare ma non conosce i contenuti ed il 36% non ne ha neanche sentito parlare. Tra quelli informati pero’ ben il 42% è contrario, il 29% è parzialmente favorevole ma chiede regole per tutelare i consumatori europei ed il 23% è invece favorevole”.

 “L’Unione Europea non può rinunciare agli elevati standard di qualità raggiunti nell’agroalimentare ma, al contrario, bisogna guardare alle domande che vengono dal mercato, sia in Europa che in Usa, ed innalzare il livello di sicurezza dei prodotti perché se è vero che per i nostri consumatori sono inaccettabili la carne trattata agli ormoni, il pollo varecchinato, piuttosto che la carne clonata, è altrettanto vero che anche negli Usa cresce solo la domanda di prodotti italiani legati al territorio con forte natura identitaria. Prodotti che vanno dunque tutelati rispetto al fenomeno dell’agropirateria che sul falso Made in Italy fattura 20 miliardi di euro negli Stati Uniti”, ha affermato il presidente della Coldiretti Roberto Moncalvo. L’Italia è il Paese con le regole produttive piu’ rigorose nelle caratteristiche dei prodotti alimentari, dal divieto di produrre pasta con grano tenero a quello di utilizzare la polvere di latte nei formaggi fino al divieto di aggiungere zucchero nel vino che non valgono in altri Paesi dell’Unione Europea”.

  LE MANI DELL’EUROPA NEL PIATTO

  • ·Senza latte in Italia una mozzarella su quattro – Una mozzarella su quattro in vendita in Italia è stata ottenuta con semilavorati industriali, chiamati cagliate, che vengono dall’estero senza alcuna indicazione in etichetta per effetto della normativa europea.

  • ·Formaggi dalla polvere – L’Unione Europea consente che possa essere incorporata anche polvere di caseina e caseinati nei formaggi fusi, al posto del latte.

  • ·Italian sounding – Nell’Unione Europea sono in vendita imitazioni dei prodotti italiani piu’ tipici, dal Parma Salami Genova fatto in Messico al Caccio cavalo brasiliano, che ingannano i consumatori sulla reale origine

  • · ll vino allo zucchero – L’Unione Europea consente ai paesi del Nord Europa di aumentare la gradazione del vino attraverso l’aggiunta di zucchero. Lo zuccheraggio è sempre stato vietato nei paesi del Mediterraneo e in Italia, che ha combattuto una battaglia per impedire un “trucco di cantina” e per affermare definitivamente la definizione di vino quale prodotto interamente ottenuto dall’uva.

  • · Wine kit – il vino dalla polvere – L’Unione Europea permette la vendita di pseudo vino ottenuto da polveri miracolose contenute in wine-kit che promettono in pochi giorni di ottenere le etichette piu’ prestigiose con la semplice aggiunta di acqua. Si calcola che in Europa vengano consumate venti milioni di bottiglie all’anno con etichette di vini italiani ottenute in questo modo.

  • ·La microetichetta dell’olio – sulle bottiglie ottenute da olive straniere in vendita nei supermercati è quasi impossibile, nella stragrande maggioranza dei casi, leggere le scritte “miscele di oli di oliva comunitari”, “miscele di oli di oliva non comunitari” o “miscele di oli di oliva comunitari e non comunitari” per riconoscere gli oli importati.

  • ·La carne annacquata – L’Unione Europea consente per alcune categorie la possibilità di non indicare l’aggiunta d’acqua fino al 5%. Ma per wurstel e mortadella tale indicazione puo’ essere addirittura elusa, anche se il contenuto di acqua supera tale percentuale, secondo la nuova normativa comunitaria definita con il Reg. 1169/2011 dell’Unione.

  • ·Il cioccolato senza cacao – L’Unione Europea ha imposto all’Italia di aprire i propri mercati anche al cioccolato ottenuto con l’aggiunta di grassi vegetali diversi dal burro di cacao.

 

 

Nessun Commento »

Puoi lasciare una risposta, oppure fare un trackback dal tuo sito.


Vuoi essere il primo a lasciare un commento per questo articolo? Utilizza il modulo sotto..

Lascia un commento


Heads up! You are attempting to upload an invalid image. If saved, this image will not display with your comment.

*