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VERA SCIENZA, MODA E SENTITO DIRE

AG.RF.(Claudio Peretti).19.03.2019

“riverflash” – Fanno scalpore le interviste fatte ai ragazzi che hanno partecipato a Roma allo sciopero per il clima lo scorso venerdì 15 marzo. Nessuno sapeva qualcosa sul buco dell’ozono, nessuno aveva una chiara definizione per i cambiamenti climatici. Via, ammettiamolo, ormai è di moda parlarne, anche se i dati scientifici al riguardo sono estremamente scarsi , soprattutto considerando che la meteorologia non è una scienza esatta anche sapendo che la raccolta dei dati meteo ha circa un secolo di vita. Per quanto riguarda la produzione di CO2, poi, gli unici dati certi provengono dalla NASA, che lo scorso luglio 2014 ha lanciato il satellite OCO2 “Orbiting Carbon Observatory-2  (Watching the Earth breathe from space… Measuring carbon dioxide from space) e, da allora, raccoglie i dati sulla concentrazione di CO2 sulla superficie del nostro pianeta. Ora, se qualche giornalista avesse a cuore la verità e non inseguisse i qualunquismi, le ovvietà e le mode del momento, si renderebbe conto che le massime concentrazioni di anidride carbonica avvengono in corrispondenza delle stagioni fredde, quando la vegetazione è addormentata.

Quindi, nei mesi invernali, le massime concentrazioni do CO2 sono nell’emisfero Nord, mentre da luglio in poi, sono nell’emisfero Sud.

Inoltre, dai rilievi effettuati in 4 anni dal satellite OCO2, si è constatato che le massime emissioni di CO2 sono in Siberia, durante il disgelo primaverile, in Africa vicino al Kilimangiaro, ed in sud America, fra Argentina e Perù: tutte zone dove le concentrazioni umane sono ridottissime così come il traffico automobilistico e la combustione di idrocarburi per riscaldarsi. Quindi tutti i discorsi che si fanno sulla riduzione dei gas serra non hanno alcun senso scientifico reale in quanto non sono certificati da dati certi. L’unico dato certo di costante misurazione scientifica su scala globale è quella del satellite OCO2 che smentisce queste voci tanto di moda fra i verdi e fra i partiti che hanno bisogno di visibilità. Sarà per questo che Trump non ha ratificato il protocollo di Kioto e L’Accordo di Parigi su clima?

A chi interessa allora questo can-can sui gas serra e sui cambiamenti climatici causati dall’uomo?

In primo luogo interessa certamente ai costruttori di auto, i quali possono mettere continuamente sul mercato nuovi modelli Euro 4, Euro 5, Euro 6 e così via. Le loro lobby, poi fanno fare ai politici quello che vogliono, ad esempio impedendo l’ingresso nelle città dei veicoli che emettono più anidride carbonica, oppure facendo pagare più tasse ai chi possiede un veicolo “più inquinante”, senza pensare che la produzione continua di veicoli sempre nuovi causa inquinamenti ben maggiori di quelli causati dall’aumento della CO2 prodotta dai gas di scarico delle auto. Per cui noi, poveri cittadini lavoratori, siamo costretti ad acquistare un nuovo veicolo ed emissioni zero o, almeno Euro 6 a benzina. Beh, siamo sinceri, diciamo che la costrizione è più che altro psicologica in quanto ci convincono, con l’emissione via TV di sempre nuove pubblicità sui nuovi modelli di automobile. Ma come fanno questi colossi e gruppi industriali a far fare ai politici quello che vogliono? Beh, mettono in giro notizie catastrofiche sui cambiamenti climatici: la gente, cibata continuamente dalle informazioni dei mass media facenti capo ai grossi gruppi industriali e finanziari, si spaventa e vota i partiti che perseguono questa politica di “preservazione del clima come era una volta”. Facile no? Il gioco si facilita pagando qualche “cattedratico”, professore o scienziato che, intervenendo in TV, usando paroloni difficili che nessuno capisce, non fa altro che incrementare e perpetrare lo spavento della gente. A proposito c’è un bel libro da leggere: “Stato di paura” di Michael Crichton, che fa ben capire come si governa la gente spaventandola. Che significa tutto questo? Il Ninho di anni fa è stato scatenato dal surriscaldamento dell’oceano avvenuto dal fondo marino. La terra si sta scaldando da sotto, per via di fenomeni di riduzione del rendimento della così detta “dinamo Terra”, riduzione di rendimento che causa il surriscaldamento degli oceani e quindi maggiore evaporazione, che genera poi maggiori precipitazioni. Pare che questi cicli siano ricorrenti, ma con periodi di milioni di anni, per cui non c’è storia scritta. La cosa è studiata da svariati scienziati ed università nel mondo, ma le loro teorie non sono semplici, non sono di moda e quindi sono poco capite. Per averne un piccolo saggio basta guardare questo video: https://youtu.be/QiM_gLRIuGc e visionare questo sito: https://www.iascc.org/ : Institute for Advanced Studies of Climate Change, creato volontariamente da un gruppo di scienziati di tutto il mondo, fra cui il nostro professor Gregori del CNR.

Ovviamente questi scienziati sono una minoranza, non pagata in quanto confutano le teorie che fanno comodo ai fabbricanti di automobili ed ai verdi, ma continuano a presentare i loro lavori alle varie conferenze sulle scienze della Terra; Meteorologia, Tettonica, Vulcanologia ecc.

Oltre a questo, per fare entrare ancora di più nella psiche della gente questo falso problema, si fa un gran parlare della svedesina sedicenne Greta Thunberg, proposta anche per il Nobel per la pace. Ma non ci si accorge di come queste notizie tornano comode al sistema? Nulla da dire contro Greta, anzi, ha tutta la mia stima ed il mio rispetto, ma ci rendiamo conto di come tutti i mass media siano continuamente alla ricerca di notizie come questa? Abbiamo tanta paura perché il clima sta cambiando e si trova questa ragazzina candida ed ingenua che ci dice di voler convincere i politici a fare qualcosa per il clima…

Bene, per il riscaldamento globale non ci possiamo fare nulla, dipende dalle interazioni terra – luna – sole, ma per la plastica si, la plastica danneggia tutto: se si vuole fare qualcosa per il pianeta si devono vietare tutti gli imballaggi di plastica, e questo deve essere fatto su tutto il pianeta. Ma ci riusciremo? Le emissioni di CO2possono essere ridotte senza diminuire gli utili per le grosse aziende automobilistiche, anzi , servono ad aumentarli, tant’è che tra poco saremo tutti obbligati a passare alle auto elettriche (forse ci rimetteranno i paesi produttori di petrolio, ma di quelli non glie ne frega niente a nessuno), ma per i produttori di imballaggi di plastica? Sacchetti, bottiglie, blister, contenitori di plastica sono oggi prodotti da una miriade di piccole e grandi aziende che, se passasse una legge simile, chiuderebbero tutte, sono quasi certo che non se ne farà nulla, ma si continueranno a fare gli scioperi e le manifestazioni per il cambiamento climatico. Certo, convinceranno i politici a fare qualche nuova legge che vieti l’ingresso delle auto a benzina e diesel nelle città, la qual cosa servirà ai produttori di auto a convincerci ad acquistare a rate l’ultimo modello Euro 7 ed a sbarazzarci dell’auto precedentemente posseduta.

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