AG.RF.(redazione).17.09.2020
“riverflash” – Se i test andranno bene, a novembre l’Italia riceverà 2-3 milioni di dosi di vaccino”. A parlare è Piero Di Lorenzo, presidente dell’Irbm di Pomezia. Dopo la ripresa dei test clinici, interrotti per 24 ore a causa di una presunta reazione avversa al prototipo (ma sembra che l’episodio legato alla reazione avversa non sai legato al candidato vaccino9, il team Oxford-Irbm-AstraZeneca sta lavorando alacremente per rispettare i tempi di consegna entro la fine dell’anno. Intanto va avanti la corsa in tutto il mondo, mentre Trump annuncia che “la prima tranche potrebbe essere consegnata entro 3-4 settimane”. Il lavoro degli scienziati aveva subito uno stop il 9 settembre scorso, quando è stato riscontrato un problema con uno dei 50mila volontari che stanno prendendo parte ai test della fase III. L’uomo era stato colpito da un’infiammazione spinale, la mielite acuta trasversa, che consiste in un’infiammazione in uno o più segmenti adiacenti del midollo spinale. . Il comitato di esperti indipendenti che ha esaminato la questione ha però stabilito in pochi giorni che tale reazione non era collegata all’inoculazione del candidato vaccino. Sono riprese dunque le sperimentazioni sul vaccino: l’Italia ha avviato un accordo con l’Europa per ridurre il tempo della realizzazione, il più presto possibile. Nel frattempo, il ministro Speranza annuncia. “Le restrizioni non sono per sempre, in primavera vedremo di nuovo la luce”.
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