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UNA DONNA DI 37 ANNI E’ MORTA A TORINO DOPO L’ASSUNZIONE DELLA PILLOLA RU486

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AG.RF.(MP).12.04.2014

 “riverflash” –  E’ il primo caso in Italia. Una donna di 37 anni è morta a Torino, nell’ospedale Marini poche ore dopo aver assunto la pillola Ru 486 per interrompere la gravidanza. Ora toccherà alla Procura chiarire le cause del decesso, avvenuto dopo una crisi respiratoria. Presso l’ospedale torinese, regna ora l’incredulità più assoluta e i sanitari hanno dichiarato di poter garantire al 100% che “non sono stati commessi errori”.  Ma la donna, mamma di un bimbo, non soffriva di particolari patologie. Si è recato in ospedale per la prima volta, lunedì ed ha assunto il mifepristone, il farmaco che blocca la gestazione; poi è tornata in ospedale e le è stata somministrata la prostaglandina per il completamento della terapia di aborto. Poco dopo si è sentita male: i medici sono riusciti a rianimarla, ha avuto circa 10 arresti cardiaci, si è sempre ripresa ma, intorno alle 22.20, una nuova crisi respiratoria l’ha colpita e tutti i tentativi di rianimarla, sono risultati vani. Il sospetto è ora che la causa ultima del decesso, sia da attribuire ad un’embolia.”Il protocollo è stato rispettato scrupolosamente e fin dall’inizio e abbiamo fatto tutto ciò che era umanamente e professionalmente possibile per soccorrere la signora – hanno dichiarato i medici -. Non ci risultano condizioni patologiche pregresse della paziente tali da indurci a evitare il protocollo”. Per questo ora, l’unica possibilità di chiarezza, arriverà dall’autopsia. Nel frattempo il ministero della Salute ha aperto un fascicolo mentre Silvio Viale, il ginecologo “padre” della pillola abortiva, esclude qualsiasi correlazione tra la somministrazione della Ru486 e il decesso della donna. “Non c’è alcun nesso teorico di causalità con il mifepristone, la pillola Ru486, perché non ci sono i presupposti farmacologici e clinici – ha dichiarato il medico -. A differenza del mifepristone, sono gli altri farmaci utilizzati nelle interruzioni volontarie di gravidanza, sia mediche che chirurgiche, che possono avere effetti cardiaci, seppure raramente: la prostaglandina in primo luogo, già individuata come responsabile di decessi e complicazioni cardiache, ma anche l’antidolorifico e l’antiemorragico utilizzato in Italia di routine in quasi tutti gli aborti in ospedale e a domicilio”. Infine Vitale, che dirige il principale servizio italiano per Ivg presso l’ospedale Sant’Anna di Torino, ha ribadito come decine di milioni di donne, nel mondo, e 40mila in Italia, hanno assunto la Ru486”.

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