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UN TIFOSO DEL NAPOLI GRAVEMENTE FERITO, SI È GIOCATO DOPO L’OK DI «GENNARO A CAROGNA»

speziale liberodi Stefano Celestri (AG.RF 04.05.2014) ore 12:15

(riverflash) – All’interno dello stadio Olimpico, nella tribuna riservata alla stampa, non era chiaro quello che stava succedendo. Non si capiva perché la Curva Nord, dove erano seduti i sostenitori del Napoli, non sventolasse bandiere e non rispondesse alle coreografie della Curva Sud, occupata per l’occasione dal tifo viola. I minuti passavano e non si accennava a vedere i movimenti che preludono l’inizio di ogni partita. Arriva una voce “Non si gioca, perché è morto un tifoso del Napoli”. Chiediamo come è morto e ci viene risposto che ultras della Roma gli hanno sparato, un collega sostiene che a sparare sia stato un fioraio impaurito. I monitor della tribuna stampa non hanno l’audio e gli altoparlanti dell’Olimpico facevano silenzio. La partita non inizia alle 21:00, ma alle 21:10 Hamsik va a parlare con gli ultras del Napoli, ma il tentativo è infruttuoso: un uomo è morto e non si deve giocare la finale di Coppa Italia Tim Cup. Pensiamo che se lo stadio venisse sgombrato con il precedente della sparatoria, si sarebbe verificato un bagno di sangue fuori dall’Olimpico. A trattare per i tifosi è Gennaro, detto «A Carogna» a cavalcioni sulla rete di protezione, indossando una t-shirt dove campeggia la scritta «Speziale libero». La libertà è invocata per l’assassino dell’ispettore capo di Polizia Filippo Raciti, ucciso nel 2007 a Catania. Speziale è diventato un mito per gli ultras, ma è un cognome qualunque per la gente comune. I funzionari di Polizia parlano con Gennaro la Carogna, assicurano che il tifoso non è morto, ma è gravemente ferito, si dicono disposti ad accompagnarlo all’ospedale Gemelli per verificare che è ancora in vita. Si da il via libera alla partita. Alessandra Amoruso canta l’inno «Fratelli d’Italia», in tribuna d’onore ci sono il premier Renzi, il presidente del Senato Grasso, il presidente del Coni Malagò, il presidente della Federcalcio Abete, il presidente della Lega Serie A Beretta e Francesca Pascale, fidanzata di Berlusconi. Partono folate di fischi durante l’inno, poi si gioca. Vince il Napoli che finisce in 10 uomini per l’espulsione di Inler, si rivede in campo tra i viola Giuseppe Rossi.

Nel frattempo avviene una ricostruzione dei fatti. Il ferito di chiama Ciro Esposito, ha 31 anni e lotta tra la vita e la morte all’Ospedale Gemelli. Viene tenuto in coma farmacologico perché ha un proiettile conficcato nella colonna vertebrale. Accusato di averlo ridotto così è Daniele De Santis, noto con il soprannome di «Gastone» tra gli ultras della Roma, quello che il 21 marzo 2004 fu tra i protagonisti della sospensione del derby Lazio-Roma. Nella foto è ritratto mentre ha in testa uno scuffi otto nero e parlamenta con Totti. Gastone avrebbe provocato sfottendoli i tifosi del Napoli, tra cui Ciro Esposito, che hanno risposto vivacemente. Allora il sangue gli è andato al cervello e ha sparato. Sparatoria a parte, tutta la giornata del 3 maggio è stata caratterizzata da incidenti e tafferugli tra tifosi: una decina complessivamente i feriti. Tornelli, tessera del tifoso e altre trovate spettacolari hanno confermato la loro inutilità. Per giocare c’è stato bisogno dell’autorizzazione di Gennaro la Carogna alle Forze dell’Ordine. È triste riconoscerlo ma ieri è successo all’Olimpico.

 

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