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UN RAPPORTO AMNESTY INTERNATIONAL DENUNCIA IL MANCATO RISPETTO DEI DIRITTI DEGLI IMMIGRATI IN ITALIA

ROMA (RIVER FLASH)- Rom segregati in campi senza nulla, lavoratori migranti sfruttati e rinchiusi in degradanti centri di detenzione, un livello allarmante di violenza omicida contro le donne. E ancora: discriminazione delle persone gay, lesbiche e transgender, difficoltà di ristabilire la verità per chi ha avuto un familiare torturato o ucciso per mano delle forze dell’ordine, stigmatizzazione pubblica del diverso, sia esso un ministro o un calciatore. L’Italia raccontata dall’ultimo rapporto annuale sui diritti umani nel mondo di Amnesty International, presentato ieri, è un paese che vive un’erosione progressiva e inquietante dei diritti, a causa – soprattutto – di vuoti legislativi ancora non colmati.

Le violazioni dei diritti sono dove meno te le aspetti: ad esempio nel ricorso del governo Montiamncontro la sentenza del Consiglio di stato, poi confermata dalla Cassazione, che nel dicembre 2011 dichiarava illegittima la cosiddetta “emergenza nomadi” del 2008, madre di centinaia di sgomberi forzati, oltre che della costruzione di campi monoetnici privi di servizi elementari. O, anche, nella recente grazia concessa da Giorgio Napolitano a Joseph Romano III, capo della base di Aviano condannato in via definitiva per il rapimento di Abu Omar che offende, nelle parole del Presidente di Amnesty Antonio Marchesi, «tutti coloro che hanno lavorato perché si affermasse la giustizia». Ma anche nel silenzio di alcune forze politiche – Beppe Grillo compreso – alla richiesta di approvazione di un’agenda di dieci punti, in vista delle ultime elezioni politiche, proposta ai leader di coalizione e ai candidati (firmata da Berlusconi, Bersani, Monti, Pannella più 117 parlamentari).

Alcune note positive, tuttavia, ci sono: crescono attivisti e militanti contro le violenze, mentre i nuovi media consentono alle denunce di diventare capillari. «Le persone registrano con i telefoni cellulari e caricano in rete filmati che rivelano la realtà delle violazioni dei diritti umani in tempo reale», si legge nel Rapporto. Per questo, la battaglia per i diritti umani oggi si combatte anche ampliando la platea di chi accede al web, oltre che contrastando ogni tentativo di controllo dell’informazione. In Medio Oriente proprio come in America o in Italia.

 

FT AG RF 23.5.2013

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