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UN POSTO ALLE POSTE PER IL FRATELLO DI ALFANO, LEGA E 5 STELLE CHIEDONO LE DIMISSIONI

alessandro-alfanoAG.RF 06.07.2016

(riverflash) – Un “postarello” da 160.000 euro l’anno per un uomo che solo a 34 anni ha conseguito una laurea breve sembra una favola, una di quelle storie che esistono solo nella fantasia. Se ci si chiama Alessandro Alfano, però, la favola si trasforma in realtà, perché si tratta del fratello di Angelino, ministro degli Interni e leader di NCD, partitino senza seguito elettorale ma determinante per sostenere al Senato il Governo Renzi. I parlamentari NCD furono eletti nel Popolo delle Libertà, poi Napolitano riunì centrodestra e centrosinistra sotto lo scudo del Governo Renzi, di cui fa parte il NCD con ministri. Nell’inchiesta denominata “Labirinto”, che vede coinvolti come indagati anche il deputato di NCD Antonio Marotta e l’ex sottosegretario Giuseppe Pizza, ex collaboratore dell’ufficio comunicazione del ministero degli Interni, è spuntato anche il nome di Alessandro Alfano. Un “postarello” fisso per il fratello del ministro Angelino Alfano, che si difende sostenendo che è sciacallaggio utilizzare scarti di intercettazioni per colpire il Governo.

Naturalmente non fa mancare la sua sponda il PD e lo fa per bocca del capogruppo alla Camera Ettore Rosato: “Alfano sta facendo bene il suo lavoro e le cose che leggiamo non coinvolgono né il suo lavoro né la correttezza del suo comportamento. La richiesta di dimissioni è pretestuosa”. Dimissioni, già, sono in molti a chiederle. Laura Castelli e Stefano Lucidi, capigruppo M5S a Camera e Senato, hanno ricordato: “Il caso dell’assunzione del fratello di Alfano fu denunciato nel 2013 dal Movimento 5 Stelle il 18 settembre 2013 in una interrogazione a prima firma Andrea Coletti che non ha mai avuto risposta. Chiediamo le immediate dimissioni del ministro degli Interni, se vuole per chiederle siamo pronti ad inviare una raccomandata senza ricevuta di ritorno tramite «Poste Società per Alfano»”. Su Facebook scrive Matteo Salvini, leader della Lega Nord: Ministro Alfano faccia una cosa giusta: dimissioni. Non per l’assunzione del fratello alle Poste o per quello che avrebbe fatto il padre, ma per la sua totale incapacità di difendere i confini e la nostra sicurezza, i cittadini italiani e le stesse Forze dell’Ordine”. A proposito del padre Angelino Alfano si difende, esternando amarezza: Oggi la barbarie illegale arriva a farmi scoprire, dalle intercettazioni tra due segretarie, che un uomo di ottant’anni, il cui fisico è da tempo fiaccato da una malattia neurodegenerativa che non lo rende pienamente autosufficiente, avrebbe fatto pressioni presso le Poste”.

A fianco di Alfano Forza Italia, nonostante sia all’opposizione. Renato Brunetta ne fa una questione di principio: “Alfano è un nostro avversario, eletto nelle fila di Berlusconi presidente, che è passato dall’altra parte e che sorregge un governo a cui facciamo opposizione, il governo Renzi. Però continuiamo ad essere e saremo sempre garantisti”.

Naturalmente non chiede le dimissioni del ministro Maurizio Lupi, capogruppo alla Camera del NCD: “Trovo indecente lo sciacallaggio mediatico che si nutre di bocconi di intercettazioni ritenute irrilevanti dai magistrati che le hanno visionate ma date in pasto illecitamente da qualche manina alle redazioni dei giornali. Angelino Alfano e le persone a lui care si ritrovano così sbattute in prima pagina per il contenuto di telefonate in cui persone terze parlando fra loro citano presunti fatti di favoritismi tutt’altro che dimostrati e che sia nel tono che nel contenuto sanno di millanterie”. A Lupi la gogna mediatica fu inflitta a causa di un orologio regalato da Ettore Incalza, allora dirigente del Ministero delle Infrastrutture, al figlio Luca Lupi.

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