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ULTIMATUM DI RENZI A LETTA: ORA LE RIFORME ALTRIMENTI USCIAMO DALLA MAGGIORANZA

AG.RF.(MP).02.12.2013

 ASSEMBLEA 2012 DI CONFINDUSTRIA FIRENZE CON GIORGIO SQUINZI E MATTEO RENZI

“riverflash” – Non si può certo dire che Matteo Renzi non ce la stia mettendo tutta per far parlare di sé in questi giorni e proprio a ridosso delle primarie del Pd, previste per domenica prossima 8 dicembre, detta le “sue” condizioni al governo, affermando di essere pronto a lasciare la maggioranza, qualora gli obiettivi non venissero realizzati. Le parole del sindaco di Firenze, in occasione di un’intervista a Repubblica, hanno sollevato non poche polemiche tra gli avversari politici, primo tra tutti Angelino Alfano, il quale ha dichiarato: “se Renzi vuole la poltrona di Letta, lo dica chiaramente; è il caso che si adegui: lui ha 30 parlamentari, noi 300”. Quali sono allora,le condizioni dettate da Renzi? Riforme, lavoro, Europa. Se questi obiettivi non verranno raggiunti, egli è pronto a prendere in considerazione di separare il suo destino da quello dell’esecutivo che attualmente è sostenuto dai democratici, “per questo è importante per il 2014, concordare l’agenda con loro. In questo momento le larghe intese non ci sono più, è cambiata la forma e il governo è ora tutto incentrato sul Pd”. In vista quindi del voto di domenica prossima, dal quale uscirà fuori il nome del nuovo segretario del Pd, Renzi detta la sua “eventuale” linea, articolata come già detto, in 3 punti principali: il primo sarà quello relativo alla possibilità di “mandare in pensione” i saggi e modificare l’articolo 138 che rilancia il potere delle autonomie locali e sostiene labolizione di enti inutili quali ad esempio il Cnel; tutto ciò naturalmente abbinato alla riforma della legge elettorale che dovrà comunque garantire bipolarismo e governabilità”. Il secondo punto riguarda l’economia, partendo dalla semplificazione delle regole nel lavoro, e dall’offrire garanzie a chi non ne ha. Il terzo punto riguarda invece l’Europa: Letta vuole gestire il semestre europeo, allora si mettano dentro i contenuti e si spendano meglio i fondi comunitari, investendo anche su scuola, immigrazione e diritti”. Infine l’ultima affermazione di Renzi è rivolta a chi tende a spaccare il gruppo: “qualcuno prova a farlo, ma sappia che la conseguenza saranno le elezioni anticipate per le quali serve un Pd forte il quale non può che far bene alle istituzioni”.

 

 

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