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TIROIDITE AUTOIMMUNE: SINTOMI, DIAGNOSI E ALIMENTAZIONE

tiroidit[1]AG.RF.(MP).15.11.2013

“riverflash” – La tiroidite di Hashimoto è una malattia della tiroide di tipo autoimmune. Questo succede perché gli anticorpi non riconoscono più questa ghiandola, considerandola estranea al nostro corpo e quindi aumentano le loro difese in modo esponenziale. La conseguenza di questa patologia è che questa piccola ghiandola a forma di farfalla, si infiamma e si arriva ad ipotiroidismo, ovvero un calo della produzione di ormoni tiroidei, con ricadute su tutti gli organi del corpo. Le stime riportano che 1 donna su 8, sviluppa una tiroidite autoimmune nel corso della sua vita e la forma più frequente di questa malattia, viene definita  tiroidite di Hashimoto, un disturbo,  di tipo autoimmune, come accennavamo sopra, in cui il sistema immunitario attacca tessuti dell’organismo stesso, in questo caso, appunto, quelli della tiroide. Chiaramente questo processo provoca un danno progressivo alla ghiandola, alterandone la produzione di ormoni tiroidei che diminuiscono, ecco perché si parla di ipotiroidismo. Nel caso contrario invece si parla di ipertiroidismo (produzione eccessiva degli ormoni tiroidei). Come riconoscere la malattia? La diagnosi viene fatta attraverso le analisi del sangue, mirate alla tiroide, quali Ft3, Ft4 e Tsh, oltre agli anticorpi tiroidei che in questo caso vengono totalmente sballati anche se i valori degli ormoni tiroidei, risultano “normali”. Quali sono i sintomi da tenere sotto controllo?  Stanchezza, debolezza, mancanza di concentrazione, cali di memoria, sonnolenza diurna, ipersonnia (il bisogno di dormire più ore del normale), freddolosità, depressione, irritabilità, secchezza della pelle, caduta dei capelli, stitichezza, dolori muscoloscheletrici, calo del desiderio sessuale, alterazioni del ciclo mestruale, e il sintomo più temuto dalle donne: ingrassamento spesso immotivato (perché il metabolismo rallenta e il corpo brucia meno calorie). Abbiamo parlato di infiammazione e quindi questa patologia, che “non migliora e difficilmente peggiore”, richiede una particolare attenzione alla dieta; vediamo allora nel dettaglio quali sono i cibi per “contenere” l’aumento di peso e provare a stare un po’ meglio: pesce marino ricco di omega 3; olio extravergine d’oliva per il suo interessante contenuto di grassi monoinsaturi, da usare a crudo, come unico condimento grasso, al posto di burro, margarina e oli di semi vari: frutta fresca e verdura rigorosamente biologica in gran quantità; curcuma, spezia dalle molteplici proprietà salutari e antinfiammatorie. infine lo zenzero, altra spezia dalle stesse proprietà, comprovate da studi scientifici.Si tratta di piccoli accorgimenti che possono aiutare ad avere una qualità di vita migliore, ma occorre non dimenticare che tutto ciò, va accompagnato da una regolare attività fisica da svolgere per un’ora almeno tre volte a settimana, in modo da contrastare l’aumento di peso e tenere il proprio fisico sotto
controllo.

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