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TERNI CITTA’ FUTURA: IL SOGNO DI UN MIGLIORAMENTO CHE NON SI PREANNUNCIA

terni centrodi Francesco Angellotti (AG.RF 31.08.2014) ore 11:14

(riverflash) – Terni è uno dei due capoluoghi dell’Umbria, in una zona verde splendida e ridente, piena di bellezze agresti, colma di caratteristiche popolari e culturali, anche se è in una delle poche regioni italiane non bagnata dal mare. Eppure, incredibile, la città si trova in un mare in tempesta, il pericolo di colare a picco è incipiente e terrorizza la popolazione, che si trova tutta coinvolta direttamente o indirettamente.

   La dimensione, l’importanza della città, si è ampliata nei primi dello scorso secolo con la fondazione delle acciaierie, erette veramente grandiose,  e sono tra le più efficienti e produttrici d’Europa; hanno creato un’esplosione urbana che ha coinvolto tutti i livelli, che si sono ingranditi ed hanno assunto proporzioni importanti.

   Purtroppo l’economia, in tutti i paesi impostati in modo da essere seguiti dall’Italia quindi in tutta Europa e oltre, è arrivata ad una crisi, da cui non appare semplice risollevarsi, perchè i sistemi attuati cercano di tamponare le falle, che se vengono riparate da una parte, si aprono da un’altra, perchè bisognerebbe rendersi conto che non c’è più modo di andare avanti seguendo i principi che ci hanno portato al boom, che si è presto sfaldato perchè sviluppato su principi fallaci, impropri, ingiusti; in quanto evidenziano discrepanze e diseguaglianze che non arrivano a conciliare la cultura con l’interesse, la creatività con la speculazione-

   Certo, siamo stati stolti ad incanalarci su queste metodologie che portano l’Economia a schiacciare l’Evoluzione, perchè questo inquadramento  è ormai esperienza di secoli, e si è potuto verificare dove portano queste discrasie. Comunque ci siamo arrivati, sarebbe proprio ma è inutile recitare il “mea culpa”.

   La crisi delle acciaierie di Terni è avvenuta per gli stessi principi secondo i quali tutto il Sistema Economico, in tutti i paesi, si è rivelato sconnesso. Sarebbe, in proposito, il caso di fare un discorso sui sistemi di produzione, quel che comportano e quel che voglion dire secondo la formula attuata, ma non è questo quel che vogliamo esaminare adesso. Ci limitiamo a parlare delle Acciaierie di Terni, e tutto l’Indotto, perchè proprio ieri ci siamo trovati a discutere con gli operai che manifestavano, in quanto la crisi devastante è talmente drastica che non andrà oltre l’offerta, nei riguardi della popolazione, di dare agio nel girare i pollici.

   Non potevamo non trovarci solidali con gli operai scesi in piazza (effettivamente in piazza Tacito), ma la loro ottica ci è sembrata troppo limitata, in quanto consideravano la situazione personale e non inserita in quella che è la crisi di un Sistema.

   Sappiamo bene che tutto l’Impianto non poteva più andare avanti, e l’intervento della TyssenKrup è stato provvidenziale, perchè si sono assunti il compito di gestione, con la garanzia seppur mendace, di un certo mantenimento della mano d’opera, che non si sarebbe trovata tutta a spasso ma solo una piccola parte. Non si poteva fare di meglio: stupido è, adesso, reclamare che “avremmo dovuto tenerci in Italia le risorse italiane”: non c’era la possibilità, andava tutto per aria, non è stata una scelta; infatti il passaggio alla ditta tedesca, che già di recente aveva provocato scandali d’inadempienza, è avvenuto su basi irrilevanti, calcolando l’enormità di tutta la fabbrica, con annessi e connessi.

   Ma se la manovra è stata effettuata… perchè non si poteva fare altro (e meno male che qualcuno s’è trovato che s’assumesse l’onere di assorbire tutta la struttura), adesso cosa andiamo contando se ci sembra che la linea di condotta sia opposta all’interesse della produttività ed i posti di lavoro che appaiono precari sono sempre più in bilico, tanto che si teme la chiusura di tutto l’impianto?

   Gli operai pensano al posto di lavoro ed allo stipendio mensile, i dirigenti della ditta hanno l’ottica impostata sull’economia europea, ed il singolo operaio non ha alcun valore. Il discorso è questo: la ditta ha preso possesso, in un momento che l’offerta non poteva essere più conveniente, di una impresa sull’orlo della catastrofe, che produceva materiale concorrenziale per quantità e soprattutto qualità; eliminando questa possibilità d’alto livello, le loro fabbriche in Germania e nel resto d’Europa dovranno sopperire ad una richiesta molto maggiore, perchè tutta la produzione ternana sparisce; quindi è una maniera per tamponare i problemi in lochi settentrionali, ove le Organizzazioni son già impostate con i loro sistemi di sfruttamento e produzione.

   Cosa gli vogliamo dire? Sono dei cattivi birboni? La fabbrica oramai è loro, non si possono attestare valori Etici ed Umani nei riguardi dell’Interesse Economico. Tanto più che la disfatta nelle terre umbre, costituirebbe una boccata d’ossigeno per chi si trova al di là del Reno, ed avrebbe così maggior richiesta di produzione. Il terribile discorso che mette lavoratore contro lavoratore, operaio contro operaio… e se ne giova l’imprenditore. Che furbi, vero?

   E’ una manovra che già è avvenuta altre volte, in altre parti del Mondo; certo, c’è stato motivo di contestazioni, ma quando la Personalità e lo Spirito son termini senza valore, in quanto i metri con i quali si ragiona hanno unico principio nell’Interesse, allora credo che il solo cambiamento da realizzare, non sia quello di raddrizzare le situazioni che crollano mettendone in bilico altre, ma è il Sistema che deve mutare nell’Impostazione e nei Valori!

   Anche se gli operai non se ne rendono conto ed i Dirigenti (degli operai, ovvero i sindacalisti) alzano gli occhi al Cielo esclamando che è un discorso troppo grande. Certo che è un discorso grande, ma perchè rimanere nel piccolo se ormai la disfatta è segnata e non ci sarà modo di ritrovare equilibrio? Forse perchè alcune persone si trovano bene nella loro posizione, facendo rivolta e confusione, non toccando quelle che sono le leve che porterebbero a mutare gli organi organizzativi. Andiamo avanti così, finchè dura; evolvere il Sistema è troppo complicato, servirebbe un’ Ideologia controcorrente e novità strutturali: ma dove andarle a prendere queste impostazioni, che fa comodo limitare e bandire come “Astrazioni Mentali”? Meglio lasciar perdere, ognuno si salvi come può (anche se non può).

    Eppure, constatiamo, nel corso della Storia cambiamenti enormi sono avvenuti: in Tempi lunghi e progressivi o più brevi quando non immediati;  per cause indotte o fatali, ma non si può aver paura  dell’Evoluzione, che è impostata sul Cambiamento che, quindi, crediamo sia meglio organizzarlo e programmarlo, piuttosto che esserne travolti senza armi difensive.

   Storia insegna: cerchiamo di non essere ignoranti ma impariamo dalle trascorse vicende.

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