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TEATRO E CUCINA A ROMA IN «7 PECCATI-VIZI E PICCOLE VIRTU’» IL 19 GENNAIO

peccati risto marguttaAG.RF 18.01.2015 (ore 12:03)

(riverflash) – Inedita performance teatrale in quattro blocchi, da 20 minuti ciascuno, che fonderà musica, arte e danza, per riflettere su ciò che è vizio e ciò che è virtù. Lunedì 19 gennaio, alle ore 20:30, in via Margutta 118 a Roma, si svolgerà al RistorArte Margutta lo spettacolo  «7 peccati–vizi e piccole virtù” per la regia di Francesco Sala con gli attori Francesco Sala e Silvia Siravo, con la cantante Emilia Zamuner, la danzatrice Roberta Zamuner, il pianista Paolo Zamuner, la pittrice Sveva Ventre, a cura di Francesco Sala.

Quattro anche le portate della cena, studiata ad hoc per l’occasione: “L’Insalata del superbo”, con carciofi crudi e cotti, pere, pecorino e perle di melograno; “Tagliatelle all’Ira”, con tagliatelle fatte in casa con pomodoro stracotto, basilico, mozzarella di bufala e peperoncini piccanti; “Zucca golosa”, ossia un flan soffice di zucca con fonduta al tartufo, funghi chiodini e indivia belga al forno. E per finire “Il Tortino della lussuria”, con un cuore caldo al cioccolato piccante e fondente accompagnato da gelato artigianale ai pistacchi.

Lo spettacolo teatrale nasce da una domanda dall’ardua risposta: “Che cos’è il Vizio?”. “Anticamente – spiega il regista Francesco Sala si differenziava dal Peccato perché il vizio era un difetto, un’imperfezione. Ancora non era peccato perché si riconosceva il fatto che nell’uomo vi è comunque una naturale disposizione al male; ed in senso opposto c’era la virtù. La virtù è sempre in mezzo a due vizi. Il vizio è più pericoloso del difetto, perché è volontario. Il vizio cambia di segno a seconda di chi lo fa. I vizi dei personaggi potenti sono considerate virtù. Tutto questo e molto altro in una serata effervescente, piena di musica, arte, danza, poesia e qualche peccato di gola”.

 LA MOSTRA – La rappresentazione teatrale si ispira alla mostra “7 vizi per 7 virtù” (ancora visitabile presso il Margutta RistorArte), il cui progetto era nato da una semplice riflessione: “Neanche i sette vizi capitali sono più quelli di una volta”. Tale provocazione è stata resa arte grazie al prezioso contributo di quaranta artisti, colta attraverso sensibilità e stili diversi con un vivace confronto e autoanalisi, connotato spesso da forti punte di ironia. “Tentazioni e corruzione non sono solo sui titoli dei giornali. Ognuno nel proprio angolo di vita può scegliere se essere nel bene o nel mene, se essere onesto o semplicemente vestire l’abito dell’apparentemente giusto. L’arte sa esprimere l’indicibile, sa svelare ciò che gli occhi insistono a non voler vedere”, ha affermato la curatrice Francesca Barbi Marinetti.

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