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SUCCESSO A TERNI PER “(s)MEMORIES DI ADRIANO” con e di Stefano de Majo

adriamo de majodi Francesco Angellotti – AG.RF 31.10.2015 (ore 19:40)

(riverflash) – Leggendo un mio recente articolo su questa testata, un lettore mi ha obbiettato: come volete che Terni sia nominata capitale della cultura nel 2017, se non è attivo neanche un Teatro?

   La critica è giusta, ma in questo c’è proprio il significato della richiesta. Ho già descritto, e non starò a ripetermi, come il grande e bel Teatro è stato distrutto delle Forze “Alleate”, che hanno raso al suolo mezza Città, causa l’erronea convinzione della presenza dei Tedeschi. Vicissitudini per riallestirlo, ma ancora le difficoltà, economiche e burocratiche, non sono state superate. Se arrivasse il contributo da parte dello Stato per sviluppare nella città il Fattore Culturale, tutto sarebbe appianato e, sia per rispettare la fiducia concessa, che per la disponibilità dei Fondi, il Teatro a Terni vivrebbe una seconda giovinezza.

   Che ci sia riscontro per simile iniziativa, lo dimostra il fatto che, senza uno specifico luogo allestito per la recitazione, gli Spettacoli vengono rappresentati a valanga a Terni, ogni spazio ed ogni angoletto è adeguato per accogliere rappresentazioni di diverso genere, sempre interessanti.

   Avrete notato (forse, non lo so) che nei molteplici  luoghi ove si calcano le scene, sempre nutrito è il pubblico che accorre, anche perché purtroppo gli spettacoli non durano in cartellone, e vanno in scena solo per 1, o al massimo, 2 rappresentazioni. Ma i ternani non si vogliono perdere testimonianze importanti, che arricchiscono il bagaglio culturale e lanciano l’alternativa nella mentalità, che vorrebbe limitare Terni come città industriale, coniata dalle acciaierie, che non prospettano un futuro ridente.

   Vengono accolti in scena spettacoli brillanti e leggeri, molto divertenti o ironici. Ma anche Testi Profondi, elaborati da Artisti famosi ed anche giovani scrittori. Il messaggio culturale sta bussando per entrare nella dimensione di tutta la città; molto ostinatamente cerca spazio, trovando accoglienza in uno spirito rivoluzionario, per aprirsi alla Cultura, proprio in quanto è trascurato il discorso commerciale del Profitto.

   Non ce lo aspettavamo, ma abbiamo avuto conferma, ed anzi ha dato fuoco a questo discorso, un’ Opera Teatrale svolta all’ Auditorium Don Bosco “Il piccolo”, venerdì 30 novembre. Questa fondazione, che s’impegna a divulgare il contenuto artistico-intellettuale che cerca spazio nell’area ternana, presenta diverse iniziative molto interessanti, che vanno dal classico ai giochi per i bambini. Il 13 novembre Mario Villani (ricordate?) presenterà la parodia “Fatti non foste per viver come Bruchi”, che è una proposta cabarettistica che prende spunto da Dante che incontra Ulisse, artefice della spedizione oltre le Colonne d’Ercole;  il 27 novembre andrà in scena l’opera “Novecento” del grande artista Alessandro Baricco, che comprò casa nella provincia, e porta avanti un contenuto importante al suon del pianoforte (molto ben suonato); addirittura in 2 repliche si potrà ammirare “Il Padre”, un dramma elevato all’ennesima potenza di August Strindberg, che fa parte dell’apoteosi classica del Teatro; ma in occasione del Natale, il 18 dicembre sarà di scena uno spettacolo, più che altro, per i bambini, ma molto dolce ed intelligente “E’ Natale, Pifferaio”.

   Ha esordito la stagione di questo Teatro, raccolto ed accogliente con buon audio, la commedia “(s)Memorie di Adriano”, scritto ed interpretato da Stefano de Majo. Ho preso posto in platea, preparandomi ad assistere ad un’opera umorista, forse addirittura cabarettistica, indotto dal titolo che mi sembrava scherzoso sulle sMemorie, che traslavano il titolo dell’impegnato capolavoro di Marguerite  Yourcenar, che è composto solo delle Memorie.

   Giudizio più sbagliato non potevo averlo.

   L’elaborazione di Stefano de Majo, prendendo base dal testo presentato dalla Yourcenar, evoca le ombre di Caligola e Nerone, Giulio Cesare dall’opera di Shakespeare e Marc’Antonio, Lucano e Seneca, Platone attraverso la sua testimonianza della vita di Socrate. Dire “qualcosa di serio” mi pare svilire il contenuto dell’Opera, che affondando nel capolavoro teatrale, ricerca nella storia, per esprimere un contenuto nella letteratura con riferimento alla filosofia.

   Un Esistenzialismo che si rifà a contenuti su cui il ragionamento è fondamentale, per avere una dimensione e cercare l’indirizzo di “se stessi”. Bisogna essere molto concentrati nel seguire tutti i passaggi, molto intellettuali, svolti nel monologo di Adriano; ma c’è da dire che è di grande aiuto il ruolo di Valeria di Loreto, che rappresenta una danzatrice ed assume immagini eloquenti, e di Daniel Pisanu, esecutore all’istante di una composizione straordinaria, che però son riuscito ad ammirare solo dopo, salito sulla scena; perché la vista permetteva di definire le immagini solo dalle prime file. E come Stefano è stato agevolato dal discorso silenzioso dei due compagni di scena, ruolo importantissimo hanno svolto anche gli artefici dietro le quinte: Diego Anselmi per la sartoria, Massimo Zavoli con i ragazzi del Liceo Artistico per la scenografia, oltre ai performers della scuola del fumetto di Roma. Ma un testo così importante nel contenuto, non poteva non essere più che documentato, osservando e riportando tutti i Giochi Mentali che svolgeva l’astrazione del ragionamento di un Imperatore, che avvertiva maggior importanza nelle Elaborazioni concettuali, piuttosto che nelle banalità imposte dal Potere e dal Governo; e in questo abbiamo scorto anche un messaggio ai politici, non solo quelli che adesso alla Camera ed al Senato si perdono in frivolezze, senza aver presente il Compito che si sarebbero assunti. Quindi è stata di fondamentale importanza la collaborazione documentata di Raffaele Rossi, e l’inquadramento accurato fornito dalla bella e preparata Giulia Girardi come Consulente Storica.

   .Vorreste sapere a quali considerazioni è stato indotto l’Imperatore Adriano nella sua elaborazione mentale, che ha condotto a far partecipare con Emozione tutti i rivolgimenti effettuati su un piccolo palco, ma rivolti verso l’Anima che non ha dimensioni ed è senza confini?

   Sarebbe importante riuscire ad esprimere il Contenuto Concettuale di tutto l’elaborato, recitato con partecipazione e trasmesso appassionatamente dal bravo Stefano de Majo. Diremmo solo che, considerato l’elevazione dei concetti sviluppati nel testo, e l’ Arte nella presentazione, che non era di facile ricezione, ma semplificata da un’accostamento riuscitissimo: supportato dalla scenografia e due immagini eloquenti, ha esposto chiaramente, seguendo un filo logico coerente e conseguenziale, anche se le considerazioni andavano al di là del  “chi vince e chi perde”, ma si districavano sul significato di vincere e perdere.

   Quel che possiamo considerare, è che ci dispiace, in quanto repliche non ci saranno; perché testi del genere non esauriscono mai il messaggio trasmesso.smemorie ticket

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