AG.RF.(redazione).13.08.2019
“riverflash” – Si chiama ‘workaholism’ o ‘work addiction’, quella fastidiosa patologia che non ci permette di rilassarci quando andiamo in vacanza, continuando a pensare sempre al lavoro. I sintomi di questa “dipendenza”, sono stati individuati già dal 1971,dallo psicologo statunitense Wayne Oates e consistono principalmente nel non riuscire a “staccare la spina quando si va in vacanze, ma continuare a pensare al lavoro. Che fare allora e come contenere questa patologia? Intanto, difficile da credere ma gli psicologi dichiarano che “privare totalmente di lavoro un ‘work addicted’ ha degli effetti traumatici. Il rischio è che la persona abbandoni le vacanze e se ne torni direttamente a lavoro. Meglio, quindi, anche se si è in vacanza solo per alcuni giorni, portarsi dietro il lavoro da eseguire in “piccole dosi”. Un’altra importante accortezza da osservare, è quella di mettere da parte lo smartphone ed eliminare il suo “controllo ossessivo”, perché questo non ci permette di rilassarci: guardare costantemente lo smartphon infatti, provoca ansia e stress. Inoltre per riposarsi bene in vacanza, occorre “spegnere” il cervello, non pensare a nulla, oziare anche, o per i più intraprendenti, dedicarsi all’attività fisica. Infine, molte persone sono convinte che la totale dedizione al lavoro sia la filosofia perfetta per dimostrare il proprio valore e far carriera, ma la realtà è ben diversa: non concedersi mai una tregua è una strategia logorante e controproducente e non aiuta la mente a ricaricarsi per rientrare al lavoro rigenerati, avendo davanti tutto un anno lavorativo da affrontare.
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