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“SOTTO CASA DI FEDERICO”: AL VIA OGGI IN VIA MARGUTTA UNA MOSTRA PER RICORDARE FELLINI

La Dolce Vita_

AG.RF.(MP).07.05.2014

“riverflash” – Presso Il Margutta RistorArte di via Margutta, a Roma, a pochi passi dalla casa del grande regista, prenderà il via oggi, una mostra che celebra i film e i momenti salienti della vita di Federico, per ricordare i 20 anni dalla morte e i 50 anni dalla vittoria dell’Oscar per 8 e ½. Omaggiare Federico Fellini e ospitare il lavoro di un artista visionario e poetico insieme come Roberto Di Costanzo è la felice sintesi di questo appuntamento espositivo de Il Margutta RistorArte. La mostra, ad ingresso libero, sarà visitabile sino al 16 giugno 2014, tutti i giorni dalle ore 10.00 alle 19.00. L’appuntamento con Federico era da tempo nelle intenzioni di Tina Vannini essendo il marito Claudio Vannini legato al regista da ricordi personali. Fellini infatti, che abitava alla porta accanto dove si legge la targa che lo commemora, è stato negli anni Ottanta un assiduo frequentatore del vegetariano di via Margutta e molti sono gli aneddoti che ancora circolano ricordandone l’eccezionale presenza. Federico si firmava Federico. Così piaceva essere identificato il grande Fellini. Già dall’esperienza del Marc’Aurelio scriveva i propri pezzi firmandoli con il proprio nome di battesimo. Secondo la testimonianza di Gianfranco Angelucci persino dal letto di ospedale quando alla fine dei suoi anni fu ricoverato per la grave ischemia che poi gli sarà fatale, scherzava raccontando che quando le infermiere lo chiamavano Signor Fellini, gli veniva spontaneo girarsi come se si rivolgessero a suo padre. Da qui il titolo della mostra, ad indicare una familiarità con il luogo e nel rispetto di uno spirito geniale che attingeva a piene mani dal rapporto diretto con il mondo e le persone.  Il visionario, diceva Fellini, è l’unico vero grande realista. Una provocazione che racchiude il senso della sua ricerca e della sua straordinaria sensibilità. E il disegno è uno strumento d’indagine e consolazione, ironico e pungente, che lo accompagnerà tutta la vita. È risaputo come il giovane Federico giunga a Roma diciannovenne con la scusa della facoltà di giurisprudenza per dare invece inizio all’arte diventando vignettista e autore di quello straordinario bisettimanale che fu il Marc’Aurelio, crocevia delle maggiori firme della commedia all’italiana. Federico amava Roma, città dalle mille stratificazioni che rispondeva alla sua sete continua di novità. Ma soprattutto amava Cinecittà, il luogo perennemente cangiante che assumeva di volta in volta le forme, i colori, lo stile del suo prolifico immaginario.

 

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