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SIRIA, GLI USA PRONTI AD INTERVENIRE ANCHE SENZA LONDRA. BONINO: “SI RISCHIA LA GUERRA MONDIALE”

AG RF FT 30.08.2013oba

WASHINGTON (RIVER FLASH)-  Gli Stati Uniti vanno avanti. La conferma è arrivata dopo il no di Londra. La portavoce del Consiglio Nazionale di Sicurezza, Caitlin Hayden, ha dichiarato che gli Stati Uniti continueranno a consultarsi con il Regno Unito ma che Obama prenderà decisioni basate su “i migliori interessi degli Stati Uniti”. Visto che  in Siria sono in gioco interessi vitali degli Usa e che i Paesi che violano le norme internazionali sulle armi chimiche devono risponderne. Anche se, per la prima volta dal 1989, Londra potrebbe essere assente in un’operazione militare al fianco di Washington.

Il presidente Francois Hollande ha precisato che Parigi non si muoverà senza un’adeguata base giuridica che giustifichi l’intervento. “Non prenderò una decisione prima di avere in mano tutti gli elementi che la giustificherebbero”, ha detto. In riferimento alla sessione straordinaria del Parlamento convocata per mercoledì, il presidente ha spiegato: “Se avrò già impegnato la Francia, il governo informerà i deputati dei mezzi e degli obiettivi”. Il presidente francese non ha bisogno dell’approvazione del Parlamento per poter ordinare un’operazione militare. La Francia, ha dichiarato Hollande, è tra i pochi Paesi in grado di “imporre una sanzione con i mezzi appropriati” ed “è pronta” a farlo. La decisione, ha precisato, sarà però presa in stretta collaborazione con gli alleati.

Nel caso di un intervento militare in Siria “si rischia una deflagrazione mondiale”, ha detto il ministro degli Esteri, Emma Bonino. “La Siria reagirà e dobbiamo temere come possano reagire Hezbollah, Russia e Iran”, ha osservato, “insomma, da un conflitto drammatico e terribile corriamo il rischio di una deflagrazione addirittura mondiale”. “Si parla di attacchi mirati, ma è chiaro che tutti cominciano come attacchi mirati e senza un mandato dell’Onu”, ha osservato la titolare della Farnesina ammonendo che, a differenza di quanto accadde con la Serbia nel 1999 dopo i bombardamenti per il Kosovo, la risposta rischia di avere implicazioni regionali e addirittura globali. “Anche se sembra più lento, più duro e a volte sembra non riuscire, la tenuta della pressione diplomatica e della politica è l’unica soluzione perseguibile” ha insistito Bonino. “Quello che è in corso in tutta quella parte del mondo è uno scontro micidiale nell’intera famiglia musulmana e all’interno della famiglia sunnita”, ha continuato il ministro, “quindi ci troviamo di fronte a una complessità che va analizzata”, che “aggiunge allo scontro tradizionale sunniti-sciiti uno scontro micidiale all’interno della famiglia sunnita. Risultato: il tutto è una vera polveriera, a volte non è proprio saggio buttare dei fiammiferi in una polveriera”.

Nel frattempo Berlino si chiama fuori. Non pareciperà ad un attacco internazionale in Siria. Lo ha detto il ministro degli Esteri tedesco, Guido Westerwelle, al quotidiano “Neue Osnabrucker Zeitung”, precisando che “nè ci è stato chiesto, nè lo consideriamo”. Il capo della diplomazia tedesca ha poi ricordato che la Costituzione del suo Paese fissa dei limiti molto rigorosi per partecipare alle missioni militari. “Chiediamo – ha concluso – che il Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite trovi una soluzione congiunta”.

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