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SIRIA, GLI USA PENSANO AD UNA SOLUZIONE DIPLOMATICA

FT AG RF 10.09.2013

DAMASCO (RIVER FLASH)- obaEvitare la gerra si può. Per la prima volta dopo settimane di tensione  il presidente degli Stati Uniti Barack Obama ha parlato della possibilità di “evitare l’attacco militare e avviare “una soluzione diplomatica”. Lo spiraglio di speranza è stato aperto proprio dal presidente siriano Bashar al Assad, che ha dichiarato di voler accettare la proposta di consegnare le proprie armi chimiche alla comunità internazionale.

L’idea era stata annunciata, con il tono di un ultimatum, dal segretario di Stato americano John Kerry e poi rilanciata, con il tono di un invito, dal ministro degli Esteri russo Sergey Lavrov. “La crisi può essere risolta attraverso un’azione diplomatica”, aveva detto Lavrov al ministro degli Esteri siriano Walid al Mouallem. “Se questo può servire a evitare attacchi militari, la Siria metta le armi chimiche sotto il controllo internazionale”. Contro ogni previsione occidentale, il governo siriano ha accettato la proposta/ultimatum. O, almeno, sembra aver accettato. “Se è reale, è uno sviluppo potenzialmente positivo”, ha commentato il presidente statunitense Barack Obama. “È possibile che eviti l’attacco militare. Ho già parlato di una soluzione diplomatica sulla Siria con Putin durante il G20: questa è la continuazione di quelle conversazioni”.

Una speranza, dunque, c’è davvero. Gli Stati Uniti procedono con cautela ma iniziano a confidare in una soluzione che eviterebbe a Barack Obama di dover affrontare la possibilità di vedere il proprio piano d’attacco bocciato dal Congresso (come accaduto a David Cameron). O di impelagarsi, come in Iraq, in una guerra tutt’altro che lampo.

A benedire l’avvio di queste proposte diplomatiche è subito intervenuto il segretario generale dell’Onu Ban Ki Moon: «Tra le proposte che intendo fare al Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite c’è quella di inviare immediatamente le armi chimiche presenti in Siria in un posto sicuro all’interno del Paese, dove possano essere distrutte».

Rimane un dubbio di fondamentale importanza: è solo Bashar al Assad a possedere armi chimiche oppure un arsenale di gas è in mano anche ai ribelli? O ai gruppi terroristici che negli ultimi mesi si sono inseriti nel conflitto? Secondo quanto dichiarato lunedì da Pierre Piccinin, lo storico belga rapito (e liberato) insieme al giornalista italiano Domenico Quirico, sarebbero stati i ribelli a usare il gas sarin nella periferia di Damasco.

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