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SINDROME DA SGOMBROIDE IN AUMENTO A MILANO: ATTENZIONE AL SUSHI

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AG.RF.(MP).06.10.2016

“riverflash” – La mania/sushi “colpisce” tante persone che vanno alla ricerca di ristorantini “ad hoc” per gustare piatti a base di pesce crudo, molto ricercati e poco calorici. Ma attenzione, perché a Milano, sono in aumento i casi di quella che viene definita, la sindrome da Sgombroide. Ce ne parlano dalla Struttura complessa Igiene degli alimenti e nutrizione dell’Ats (Agenzia di tutela della salute) della Città metropolitana di Milano, che ne evidenzia i dati. Nel 2014,  le intossicazioni da sindrome da sgombroide erano state in tutto 45 e nel 2015 erano salite a quota 47, ma solo nei primi 9 mesi del 2016 sono già a quota 42. Un aumento importante che tuttavia non deve destare allarme ma solo prudenza e vale in particolare per il consumo di pesci sgombroidi, come il tonno. E molto importante conservarli bene, anche perché, tutti i nutrizionisti affermano che il sushi non è propriamente un cibo “salutare” al 100%.  E allora come occorre comportarsi per non avere problemi? Innanzi tutto bisogna scegliere esercizi pubblici di cui ci si fida e informarsi sulle prassi igieniche per mezzo delle quali vengono conservati i prodotti e diffidare assolutamente dei vari stand o baracchini, in cui questi prodotti rimangono esposti per ore. E non è solo il pesce crudo a creare problemi, bensì tutto il “mix” di tonno mal conservato, unito ad altri ingredienti quali il sesamo ad esempio che, tutti insieme, posso creare situazioni di allergia. La sindrome da sgombroide è comunemente chiamata “mal di sushi” ed è caratterizzata da una reazione allergica, che insorge proprio per una cattiva consumazione: lo sgombro e il tonno e il pesce azzurro in generale ad esempio, creano batteri che metabolizzano l’istidina in istamina, una sostanza rilasciata appunto nelle crisi allergiche. Il problema riguarda non tanto il sushi ma il pesce mal conservato, e a quel punto non importa la versione in cui si consuma, perché l’istamina e i suoi derivati non vengono eliminati se si cuoce o si congela il prodotto. E così può insorgere la sindrome allergica, provocata appunto da istamina. Quali sono i sintomi e come accorgersene? Innanzitutto il rush cutaneo/orticaria, i disturbi gastrointestinali quali nausea, diarrea e vomito, fino a disturbi di tipo neurologico come mal di testa e formicolii e, in casi più estremi, anche a crisi molto gravi con pressione bassa e svenimento. Si tratta di una situazione che generalmente, si risolve nel giro di 24 ore e viene generalmente curata, con antistaminici. Ma al di là della sindrome, occorre infine fare molta attenzione a quei ristoranti che offrono sushi “no limits”, che rimane sul banco/buffet per ore ed ore, quando una corretta conservazione, imporrebbe una temperatura sotto i 4 gradi centigradi. L’abbattimento, cioè la caduta estrema della temperatura a cui sottoporre il pesce per eliminare eventuali rischi di parassiti, è un altro discorso, ma anche qui, il mantenimento prima e dopo questo processo, deve essere adeguato: non si può essere mai sicuri infatti, che il pesce sia privo di batteri dannosi, in quanto, in tale case, non ha un odore cattivo, né l’aspetto di pesce non fresco: quindi è impossibile da riconoscere.

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