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SIAAIC – FARMACI BIOLOGICI: UN PAZIENTE SU 10 NE FA USO . EFFICACI FINO AL 60% DEI CASI. IN ARRIVO QUELLI PER L’ORTICARIA CRONICA

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AG.RF.(MP).31.05.2015

 “riverflash” – “I consigli degli specialisti: fondamentale la fase dello screening del paziente per evitare complicanze infettive. Attenzione anche allo scompenso cardiaco e alla fase di follow up”. Sono sempre più efficaci i farmaci biologici: basti pensare che, in merito all’artrite reumatoide, nel 60% dei casi inducono alla remissione completa della patologia. Un italiano su dieci li utilizza in caso di malattie reumatologiche: un dato che sottolinea come la ricerca stia procedendo sempre di più su questa strada sperimentale, ma al contempo efficace ed efficiente. “Quelle biologiche sono terapie innovative che permettono di ottenere ottimi risultati – ha spiegato il Prof. Amato de Paulis, Professore di medicina interna del Dipartimento di Scienze mediche traslazionali di Napoli e membro del direttivo della SIAAIC – tramite meccanismi immunologici: con queste nuove modalità possiamo approcciare a diverse patologie umane. Come l’angioedema ereditario, per il quale esiste un farmaco apposito, o l’orticaria cronica, il cui farmaco sarà presto sul mercato. “Risultano sempre più efficaci i farmaci biologici – ha aggiunto De Paulis – basti pensare che in merito all’artrite reumatoide nel 60% dei casi inducono alla remissione completa della patologia. Nell’asma grave è fondamentale il contributo di un alleato biologico, mentre nell’orticaria cronica sarà lanciato nelle prossime settimane, ma i dati preliminari confermano un’altissima risoluzione. Stesso discorso per altre malattie finora ritenute incurabili, mentre sono in corso ancora studi per incentivare la produzione di nuovi farmaci biologici per altre patologie, che spesso sono curate con il semplice cortisone”. Fondamentale è la fase dello screening del paziente con grande attenzione, perché il soggetto potrebbe avere una tubercolosi latente che potrebbe aggravare il suo quadro clinico. Altre situazioni preoccupanti possono essere quelle causate da un eventuale scompenso cardiaco, ed è anche importante fare un follow up del paziente durante il trattamento perché, benché sia in cura, si potrebbero rilevare l’insorgenza di alcune infezioni. “Il problema dell’accesso alle cure – ha sottolineato la Prof.ssa Maria Triassi, Ordinario Igiene Generale e Applicata Direttore Dipartimento Sanità Pubblica Università Federico II Napoli – esiste soprattutto per le malattie croniche, tra cui l’artrite reumatoide. I pazienti spesso hanno dei sintomi ma non sanno a chi rivolgersi, quindi è fondamentale che venga instaurato nei singoli distretti sanitari il percorso diagnostico terapeutico assistenziale, che prevede la presa in carico del paziente, centri di primo livello e quelli di secondo livello. I pazienti devono essere quindi accompagnati all’interno del sistema sanitario regionale nei vari punti dove può trovare risposte ad hoc. Abbandonato a se stesso duplica o triplica la stessa prestazione: è per questo che bisogna puntare su un percorso assistenziale, che riduce i costi per il Sistema Sanitario Nazionale. Il primo contatto, quello fondamentale, deve essere con il medico di medicina generale, che accompagna il paziente presso la prima porta di questo percorso diagnostico terapeutico. Uno degli obiettivi delle singole regioni è cercare di abbassare i costi delle terapie, ma i veri problemi sono l’effettiva equivalenza del biosimilare con il farmaco, l’accordo con i professionisti e la compliance”.

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