AG.RF 26.01.2019
(riverflash) – La transizione energetica è in atto e considerare ancora le fonti fossili una possibilità è anacronistico, senza pensare ai risvolti economici prosegue. Questa la posizione dei 5 Stelle e, soprattutto, del ministro dell’Ambiente Sergio Costa. Ieri Di Maio ha affermato che solo il 7% del petrolio acquistato viene utilizzato in Italia, il resto viene venduto alle multinazionali.
Il ministro dell’Ambiente Sergio Costa ha scritto su Facebook: “Non firmo e non firmerò autorizzazioni a trivellare il Paese anche se dovesse esserci il parere positivo della Commissione Via-Vas. Le alternative ci sono. Si chiamano energie rinnovabili, se bisogna investire è quella la direzione”.
La Lega è di tutt’altro avviso, stando a quanto ha affermato il vice ministro all’Economia Massimo Garavaglia: “C’è un iter in corso, non può fare quello che vuole», ha detto il vice ministro. Che poi ha ricordato come i nodi siano due, uno politico e uno tecnico. Quest’ultimo riguarda l’aumento esponenziale dei canoni di concessione, che di fatto finirebbe per trasformarsi in uno stop alle ricerche per altra via. «L’aumento sproporzionato dei canoni», ha spiegato, «può portare all’abbandono delle attività da parte delle aziende con conseguenze occupazionali importanti».
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