3 Set 2014
SCUOLA: ECCO IL PATTO EDUCATIVO DI RENZI
AG.RF.(MP).03.09.2014
“riverflash” – Verrà presentato questa mattina il nuovo “patto educativo” della scuola e “non sarà l’ennesima riforma”. Il presidente del Consiglio, Matteo Renzi, ci ha tenuto a sottolineare che non intende avviare una nuova riforma della scuola, bensì vuole esporre alcune idee in merito alla scuola, intesa come strumento di crescita non solo per i giovani, ma per l’intero Paese. Il programma verrà esposto questa mattina sul sito Passodopopasso.Italia.It. Il premier ha anticipato che nella “nuova” scuola, ci sarà un nuovo coinvolgimento di insegnanti e famiglie e una stretta collaborazione tra di loro. Ma quali saranno i punti essenziali del Patto? Innanzitutto il superamento della precarietà, motivo per cui verrà proposto agli insegnanti di rinunciare al meccanismo del precariato permanente e della “supplentite”, per accettare che gli scatti di anzianità siano basati sul merito e non più sull’anzianità. Inoltre, gli studenti verranno maggiormente coinvolti e invitati a collaborare esprimendo giudizi sul lavoro dell’esecutivo: “chiederemo alle famiglie e agli studenti un parere sulle nostre proposte in tema di insegnamento e anche sulle materie studiate”. E verrà posta anche grande attenzione sugli sprechi e le spese inutili: “per questo chiederemo ai presidi di assumersi maggiori responsabilità e di snellire la struttura amministrativa attraverso un discorso di digitalizzazione procedurale spinta”. Ma egli ha voluto anche sottolineare che si tratta di proposte sulle quali discutere e non di diktat. Ma come sarà realizzabile tutto ciò? “Mettendo più soldi e facendo molta attenzione alla spending review, perché educare non è mai un costo, ma gli sprechi sono inaccettabili soprattutto nei settori chiave. Nella legge di stabilità ci saranno le prime risorse e da gennaio gli atti normativi conseguenti. Nel frattempo continueremo a investire sull’edilizia scolastica, sbloccando il patto a quei Comuni che hanno progetti seri, cantierabili.”. Infine il premier ha ribadito che la scuola non si cambia con un decreto, ma coinvolgendo tutti i soggetti che ne fanno parte: famiglie, studenti, insegnanti, presidi, tecnici e amministratori locali e questa sarà l’innovazione che aprirà le porte al nuovo concetto di scuola.