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ROMA, “TENNIS & FRIENDS”: INTERVISTA AL PROFESSOR ALFREDO PONTECORVI

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AG.RF.(MP).12.10.2104

“riverflash” – Come precedentemente annunciato nei giorni scorsi, ieri ha preso il via la quarta edizione di “Tennis e Friends”, che si concluderà questa sera, con la partecipazione di numerosi vip del mondo dello spettacolo che sfideranno a tennis per aiutare l’équipe del Policlinico A. Gemelli ad eseguire check up gratuiti alla tiroide ed esami per il controllo delle malattie metaboliche. Questa mattina la redazione di Riverflash era presente alla manifestazione per “sbirciare” un po’ come stavano andando le prenotazioni per le ecografie e che tipo di risposta ha dato la gente in materia di prevenzione. Abbiamo subito “avvistato” il professor Alfredo Pontecorvi direttore della divisione di Endocrinologia del Policlinico Agostino Gemelli, di Roma, il quale cortesemente ha risposto alle nostre domande che pubblichiamo con molto piacere. Ecco l’intervista:     

D: La risposta a questa iniziativa com’è stata e come sta andando?

“Abbiamo due bellissime giornate di sole e tante persone che sono intervenute, solo nella prima giornata abbiamo fatto 1100 ecografie ed oggi prevediamo di farne altrettante e già abbiamo distribuito 500 numeretti e siamo solo alle 10,30 del mattino… quindi c’è stato un grandissimo riscontro che è aumentato di anno in anno visto che siamo alla quarta edizione di Tennis e Friends che è una manifestazione dedicata alla prevenzione attraverso lo sport, il tennis, delle malattie metaboliche, del diabete, dell’aumento del colesterolo ed è una parte della prevenzione che faremo perché oltre alla prevenzione del tumore della tiroide che è la parte fondamentale della manifestazione, quest’anno abbiamo anche aggiunto uno screening della glicemia e del colesterolo per coloro che rispondendo ad un questionario in merito a parametri quali peso altezza e girovita, necessitano di un misurazione della glicemia e del colesterolo”.

D: L’incidenza dei tumori alla tiroide è aumentata?

“Sì è aumentata notevolmente negli ultimi 20 anni: è passata dal 14esimo al  quinto posto nella classifica dei tumori più frequenti e si calcola che nel 2018, sarà il secondo più frequente tumore nella donna, dopo quello al seno”.

D: E com’è la risoluzione di questo tipo di tumori?

“Fortunatamente questi tumori guariscono nel 90% dei casi: sicuramente a distanza di 30 anni dalla diagnosi, il 95% dei pazienti è vivo, quindi sono tumori che si comportano biologicamente molto bene e ovviamente come in tutti casi, è importantissima la prevenzione: quando si tratta di tumori piccoli infatti, guariscono solo con l’intervento chirurgico in casi più gravi c’è bisogno di una terapia con il radio – iodio, ma non si fanno più le tradizionali chemioterapie che hanno tanti effetti collaterali negativi ma si tratta solo di ricoveri di due o tre giorni”.

D: Ma la comunicazione in merito alla prevenzione come sta andando? La gente è più sensibile?

“Sì, lo vedo dalla risposta: alla prima manifestazione abbiamo effettuato 400 ecografie, lo scorso anno ne abbiamo fatte 2.400, quest’anno batteremo il record; questo tipo di manifestazioni rendono la gente conscia del problema; c’è anche da dire che questo tipo di indagini non vanno fatte a tappeto su tutta la popolazione ma solo su alcuni gruppi a rischio, persone che hanno parenti stretti con problemi alla tiroide, persone che si sono sottoposte a radiazioni ionizzanti a scopo terapeutico e la tiroide è molto sensibile alle radiazioni (ce l’ha o dimostrato Cernobyl) e alle contaminazioni ambientali tanto che la maggiore incidenza dei tumori è nelle zone vulcaniche, nell Hawai, sul monte Etna e intorno al Vesuvio la cosiddetta “terra dei fuochi”, dove uno studio di alcuni colleghi napoletani, in tempi non sospetti, 4 anni fà, quando ancora la terra dei fuochi non si era innalzata agli onori della cronaca, hanno dimostrato che c’è una notevole prevalenza di tumori alla tiroide, rispetto alle altre regioni della Campania e c’è un’anticipazione delle diagnosi, cioè vengono diagnosticati casi in persone giovani e questo significa che c’è qualcosa di genetico che viene trasmesso e indotto dalle sostanze tossiche presenti in quella zona, liberate dei vulcani e noi attualmente, stiamo proprio indagando questo: la presenza di metalli rari, presenti soprattutto intorno all’Etna: si tratta di un importante studio che stiamo facendo sugli animali”.

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