ROMA, PROPOSTE DI RIFORMA DELLA MACCHINA AMMINISTRATIVA: DALLA REGIONE CAPITALE AI MUNICIPI COME COMUNI METROPOLITANI

di Andrea Pranovi (AG.RF. 31.03.2016) (ore 00,04) (riverflash) – Con la cosiddetta legge Delrio la Provincia di Roma, come quelle di altre grandi città italiane, è diventata Area Metropolitana. La trasformazione non è avvenuta senza polemiche ed è ancora aperto il dibattito sulle funzioni e gli strumenti amministrativi della Città metropolitana di Roma Capitale. Il Consiglio Regionale ha recentemente discusso una legge di iniziativa della Giunta regionale che ha l’obiettivo, come si legge nell’articolo 1, “di garantire il migliore svolgimento delle attribuzioni amministrative e dei servizi pubblici e di contribuire ad assicurare il conseguimento degli obiettivi di finanza pubblica nonchè di favorire un maggiore sviluppo equo e sostenibile del sistema socio-economico del proprio territorio”.

La proposta di legge n. 317 del 29 febbraio 2016, “Disciplina e conferimento di funzioni e compiti amministrativi ai Comuni, a Roma Capitale e alla Città metropolitana di Roma Capitale. Riordino delle forme associative tra gli enti locali e superamento delle Comunità montane”, è composta da 18 articoli. Nel secondo viene istituita una Conferenza “con il compito di completare l’individuazione delle ulteriori funzioni e compiti da attribuire”. Dovrebbero far parte della Conferenza, a titolo gratuito, rappresentanti della Regione, della Città metropolitana, di Roma Capitale e del Consiglio delle autonomie locali del Lazio.

Dall’articolo 3 all’articolo 8 sono invece indicate le materie oggetto delle nuove funzioni e dei nuovi compiti amministrativi: dal trasporto pubblico locale al governo del territorio, dal turismo all’ambiente, passando per i beni, i servizi e le attività culturali e per lo sviluppo economico e le attività produttive. L’unificazione degli uffici regionali presenti in ambito locale per l’esercizio delle funzioni e dei compiti amministrativi riservati alla Regione è prevista nell’articolo 11, mentre l’articolo successivo indica le norme per l’individuazione degli ambiti territoriali ottimali e delle zone omogenee. Gli articoli 13 e 14 trattano l’esercizio associato delle funzioni da parte dei comuni e il superamento delle comunità montane.

Nel dicembre del 2014 i deputati del Partito Democratico Roberto Morassut e Raffaele Ranucci avevano presentato alla Camera una proposta di legge costituzionale per la riduzione delle regioni italiane da venti a diciotto e per l’istituzione della “Regione di Roma Capitale”. Attraverso la proposta dei due parlamentari dem il Lazio sarebbe stato ridefinito: la Regione di Roma Capitale avrebbe inglobato i confini della Città metropolitana, la provincia di Viterbo si sarebbe fusa con Toscana ed Umbria nella Regione Appenninica; la provincia di Rieti, insieme a quelle di Macerata, Ancona, Ascoli e Isernia e all’Abruzzo sarebbe stata parte della Regione Adriatica; le province di Frosinone e Latina si sarebbero unite alla Campania nella Regione Tirrenica.

A novembre dello scorso anno una proposta simile è stata avanzata dal senatore del Pd Walter Tocci, ex vicesindaco e assessore alla Mobilità del Comune di Roma ai tempi della Giunta guidata da Francesco Rutelli. Secondo Tocci, “c’è bisogno di una scossa. Bisogna prendere il toro per le corna, eliminando il vecchio Comune di Roma e azzerando la corrosa e obsoleta macchina amministrativa capitolina”. Il Comune dovrebbe essere sostituito dalla “Regione Capitale” e dagli attuali quattro livelli istituzionali (Regione, Area metropolitana, Comune di Roma e municipi) si passerebbe a due livelli: la Regione Capitale, appunto, e i comuni metropolitani. Anche gli attuali quindici municipi di Roma diventerebbero comuni autonomi, al pari degli altri comuni dell’Area metropolitana.