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ROMA: LO STORICO OSPEDALE FATEBENEFRATELLI E’ IN CRISI

images[1]AG.RF.(MP).18.10.2013

“riverflash” – Una situazione pesante quella degli ospedali a Roma per la riduzione dei ricavi e dei servizi al pubblico. A questa situazione si va ad aggiungere anche l’ospedale Fatebenefratelli dell’isola Tiberina a Roma, il quale sta registrando una situazione di grave crisi. Chiamato “la culla della capitale”, per i suoi 4mila parti l’anno, la struttura sta letteralmente affondando a causa dei bilanci che non riescono più a garantire prestazioni adeguate e servizi agli utenti. “Serve la messa a punto di un piano di ‘lacrime e sangue”, ha dichiarato il direttore generale Carlo Maria Cellucci e “senza un intervento della Regione Lazio, si potrebbe arrivare a fine anno, alla chiusura definitiva di alcuni servizi e all’esubero di 170 lavoratori, tra dipendenti e consulenti che rischiano il posto di lavoro”. Un’eventuale chiusura riguarderebbe quindi: il Servizio Psichiatrico di diagnosi e cura, il Servizio Dialisi e il Centro Trasfusionale. Non solo. Il nuovo piano industriale prevede anche il ridimensionamento delle attività di ricovero in convenzione, del servizio di rianimazione e terapia intensiva al territorio, della radioterapia, delle attività terapeutiche oncologiche. E, a fronte di una chiusura dei servizi, si verrà a creare “inevitabilmente” una situazione di esubero: a rischiare sono 170 persone, tra dipendenti e consulenti. “I tempi sono strettissimi – ha aggiunto il direttore – e ci auspichiamo che possano essere trovate soluzioni, altrimenti saremo costretti a prendere la strada del ridimensionamento”. Questa mattina, è in corso di svolgimento un incontro tra la Asl e la Regione per scongiurare questo pericolo, evitando così di creare ulteriori disagi ai pazienti “già provati per il loro stato di salute”.  L’ospedale addossa alla Regione Lazio questa drammatica situazione “la Regione ci ha messo in ginocchio  ci troviamo strozzati, a dover fare i conti con prestazioni effettuate in convenzione col servizio pubblico e mai remunerate dalla Regione o remunerate solo in parte con tagli alle tariffe e budget ridotti; tutto ciò perché non sono stati rispettati gli accordi sottoscritti con gli ospedali classificati, come il nostro, a tutti gli effetti equiparati al servizio pubblico; né tantomeno sono state osservate le sentenze del Tar e del Consiglio di Stato”. Attualmente è in atto un contenzioso tra l’ospedale e la Regione, relativo al periodo 2006-2009, in merito ad abbattimenti tariffari, livelli di produzione non riconosciuti e funzioni di alta specializzazione (terapia intensiva neonatale, emergenza, rianimazione) non remunerate. “La situazione si è aggravata ulteriormente nel 2012, con il decreto del Commissario ad acta Enrico Bondi, che ha comportato un ulteriore taglio del 7% alla nostra struttura, nonostante l’accordo sui volumi di attività fosse stato già sottoscritto e le prestazioni già erogate”. I centri a rischio chiusura, sopra nominati hanno garantito, secondo gli ultimi dati dell’ospedale, rispettivamente 18.599 prestazioni (Dialisi); 500 ricoveri (Servizio Psichiatrico); 11.250 sacche di sangue (Centro Trasfusionale). Il ridimensionamento dei servizi previsto dal nuovo piano industriale porterà invece a -1.300 ricoveri; -2.500 terapie oncologiche; -30.000 prestazioni di radioterapia”. Alla luce di questi fatti, nell’attuale situazione, il “Fatebenefratelli non è più nelle condizioni di garantire ai cittadini gli stessi livelli di attività”.

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