Coppa di Africa dal 13 gennaio
header photo

ingrandisci il testo rimpicciolisci il testo testo normale feed RSS Feed

ROMA E ISTANBUL INSIEME NELLE OPERE DI TIMUR KERIM INCEDAYI

Timur_670

di Maria Michela D’Alessandro (AG.RF. 13.02.2015) (river flash) – Non è un caso che l’odierna città turca Istanbul si chiamasse Costantinopoli o Nuova Roma: probabilmente il fatto che l’imperatore romano Costantino la riedificò, chiamandola appunto Nova Roma, lasciò qualcosa di romano e fece sì che parecchi anni dopo il giovane pittore Timur Kerim Incedayi vi si innamorasse. Nato proprio nella capitale turca nel 1942, si trasferisce a Milano prima e nella città eterna poi, dopo il liceo, e da quel momento, esclusa la parentesi del servizio militare obbligatorio che lo riporteranno due anni in Turchia, Timur fece di Roma la sua patria artistica. Al MACRO, Museo d’Arte contemporanea di Roma, la mostra “Roma e Istanbul, sulle orme della storia”, promossa da Roma Capitale, Assessorato alla Cultura, Creatività, Promozione Artistica e Turismo – Sovrintendenza Capitolina ai Beni Culturali, realizzata con il supporto del Ministero della Cultura e del Turismo della Repubblica di Turchia, con il patrocinio e la collaborazione dell’Ambasciata di Turchia in Italia e con il contributo di Polimeks Holding.

Fino al 1° marzo 2015 sarà possibile ammirare le opere, per lo più inedite, dedicate al rapporto tra le due città. Nel 1993 Timur, insieme a Carlos Grippo, Antonio Sciacca e Nico Paladino, dà vita al movimento artistico del Metropolismo che ha segnato profondamente l’arte di questi ultimi anni ed che è possibile osservare da vivino nelle sale di Via Nizza. Una mostra evocativa che riesce a mettere insieme il presente, facendo soprattutto riferimento alla storia romana e bizantina: i tratti distintivi delle due metropoli vengono fuori nelle sue opere, senza mai perdere di vista un canone compositivo occidentale.

Le opere di Incedayi sono presenti nelle più importanti collezioni private di Roma, Milano, Istanbul, Parigi, Ginevra, Zurigo, Los Angeles, New York e Caracas. Attraverso le cinquanta opere esposte, di diverso formato e con tecnica mista su cartone, si riesce a cogliere la pittura odierna di Timur Incedayi, “preziosa e misteriosa”, come afferma Maurizio Marini, che la definisce “reale e metafisica, fissa e dinamica come le stelle, avendo egli riallacciato quella corda armonica che da sempre, senza dissolvenze, unisce il vicino Oriente all’Europa più raffinata: Roma a Costantinopoli, Bisanzio a Istanbul”.   

Nessun Commento »

Puoi lasciare una risposta, oppure fare un trackback dal tuo sito.


Vuoi essere il primo a lasciare un commento per questo articolo? Utilizza il modulo sotto..

Lascia un commento


Heads up! You are attempting to upload an invalid image. If saved, this image will not display with your comment.

*