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RENZI CONTRO I SINDACATI: ART. 18? UNICA IMPRESA CHE NON LO APPLICA

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AG.RF.(MP).29.09.2014

“riverflash” – Continua la polemica tra i sindacati e Matteo Renzi, che ieri, durante la trasmissione di Fabio Fazio, alla quale è intervenuto come ospite, a proposito dell’articolo 18,  ha dichiarato: “ il sindacato è l’unica impresa che sta sopra i 15 dipendenti e non lo applica”, motivando la sua dichiarazione con il fatto che intende “aiutare” i disoccupati a trovare un lavoro e invita a non fare una battaglia ideologica su questo tema. Egli ha poi aggiunto: “Il sindacato che viene a farci lezione e quella parte della sinistra che non vuole cambiare, sono quelli rimasti legati alla memoria, ma la memoria senza speranza, è un museo delle cere”. E se la prende anche con tutti quelli che fanno il “terrorismo psicologico”, andando in giro a dire che l’Italia non ce la farà: “ma la macchina si rimetterà in moto, sicuramente con fatica, perché non c’è fiducia e sono in molti a scommettere sul fallimento”. Oggi ci sarà la riunione con il Pd, e non sarà certo una giornata facile per il premier, il quale ha ribadito il suo punto di vista sul reintegro del lavoratore per i licenziamenti senza giusta causa, che “crea discriminazioni poiché tutela solo una parte di persone: il mondo del lavoro è cambiato e lo Stato deve fornire un indennizzo, oltre a corsi di formazione”. Ecco perché egli vuole abolire l’articolo 18, ma anche tutti i contratti co.co.co, per cancellare tutte quelle forme di collaborazione che hanno fatto del precariato la forma prevalente del lavoro. “La scelta di licenziare o assumere, non deve essere in mano ad un giudice, ma a decidere dovrebbe essere l’imprenditore: l’importante è che nessuno venga lasciato a casa”. Ma per fare tutto ciò, dove andrà a prendere i soldi? I soldi ci sono – ha spiegato Renzi – perché la legge di stabilità avrà un miliardo e mezzo per i lavoratori che non hanno garanzie”, riferendosi probabilmente a chi lo sta criticando in questi giorni: “possono anche mandarmi a casa domani mattina, ma non pensino di telecomandarmi come una marionetta”.  Infine due messaggi, a Bersani e Berlusconi, nel giorno del loro compleanno: “A Bersani dico di fidarsi che la ditta è sempre la ditta anche se non la guida lui e a Berlusconi dico di fare in fretta le riforme; le regole si scrivono insieme e Berlusconi non può girarsi intorno: “o Berlusconi ci sta, o non si va da nessuna parte”.

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