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RASSEGNA STAMPA – Riforme, scenari aperti (ma di guerra)

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di Giuseppe Licinio  (AG.RF  23.01.2014)

(riverflash) –

Sommario

Anche oggi nei quotidiani si registra uno slittamento nel giudizio sulla legge elettorale. Partita inizialmente con una serie bipartisan di pareri favorevoli, da ieri, invece, aumentano gli articoli che segnalano rischi d’impasse. Diversi i motivi riportati:  la schiacciante maggioranza degli anti-renziani in Commissione Affari Costituzionali, la Lega in rivolta, le minacce dei partitini e, non ultimo, la sfida di Massimo D’Alema (punto di rifermento di un nutrito numero di deputati del Pd) al segretario Renzi. Solo Repubblica apre con un titolo ottimista: «Riforme, anche Alfano con Renzi».

Grande attenzione anche al malessere nei partitini che, se non dovessero raggiugere la soglia del 5%, potrebbero paradossalmente concorrere, con i loro voti, a far vincere la coalizione di cui fanno parte ma senza eleggere nessun parlamentare.

Le polemiche all’interno del Pd non riguardano solo la legge elettorale ma anche la necessità o meno di avviare un rimpasto della squadra. Non aiuta a rasserenare il clima la richiesta di dimissioni al ministro Flavio Zanonato fatta dalla governatrice del Friuli Deborah Serracchiani per la gestione della crisi Electrolux. Questione trattata con ampiezza da Repubblica e Stampa.

Esteri. È iniziata a Montreux la Conferenza di pace per la Siria. Tutti i quotidiani danno il giusto spazio all’evento e la notizia principale è il duro attacco ad Assad degli Stati Uniti che ritengono possibile una nuova iniziativa militare.

Contrappasso. Solo Repubblica riporta la notizia delle assunzioni, da parte della Regione Sicilia, di 74 persone fra cui «parenti e amici di politici e burocrati vicini a Totò Cuffaro». Nella lista c’è pure il «genero del boss mafioso Stefano Bontate». La notizia è che a firmare le assunzioni è stato l’ex pm Antonio Ingroia in qualità di dirigente di una delle spa pubbliche più ricche e discusse delle Regione Sicilia, la “Sicilia e-servizi” che gestisce il sistema informatico negli uffici.

L’Aquila. Rimanendo nel tema dei rapporti fra politica e magistratura, Repubblica pubblica un’intervista al sindaco dell’Aquila Cialente che, dopo aver ritirato le dimissioni, ha nominato come suo vice l’ex procuratore capo di Pescara Trifuoggi. «Sono deciso a darmi fuoco per l’Aquila» dichiara (eppure aveva rassegnato le dimissioni, poi ritirate, qualche giorno fa).

Approfondimento

Legge elettorale. Angelo Panebianco nell’editoriale del Corriere, scrive che la soluzione migliore «per garantire il massimo possibile di rappresentatività dell’eletto rispetto all’elettore» sarebbe stato un «sistema uninominale a doppio turno». Ora però bisogna cercare di «limitare i danni» ed evitare in ogni modo «la sciagurata eventualità del ritorno alle preferenze» (segue elenco dei rischi che si corrono con le preferenze). Il Corriere, con una grafica chiara ed efficace, spiega i punti chiave della legge.

Il rischio preferenze, però, è solo uno dei problemi. Vi è, ad esempio, anche la norma Salva-Lega, prima presentata e poi ritirata, che avrebbe tutelato i partiti molto radicati in determinati territori. Non la prende bene Calderoli che, intervistato dalla Corriere, parla di «un’altra porcata» (e, detto da lui, vuol dire che è così). Repubblica scrive che la «battaglia è appena iniziata e si consumerà tra i favorevoli alle liste bloccate e i sostenitori del voto di preferenza» (soprattutto all’interno del Pd i cui deputati sono in maggioranza anti-renziani). Scenari apertissimi, quindi, ma, in ogni caso, di guerra.

Altro rischio per l’accordo Renzi- Berlusconi è il parere negativo della Consulta. Repubblica, anche oggi uscito senza firme dei giornalisti per protesta, pubblica infatti un articolo dal titolo «Alla Consulta già affiorano i dubbi: “Mai dato l’ok alle liste bloccate”». In sostanza chi ha scritto l’articolo ha chiesto a un giudice della Consulta (naturalmente conservando l’anonimato) un parere sulla legge elettorale. «La Corte non ha sdoganato un sistema senza preferenza» è il virgolettato attribuito al giudice (in pratica un macigno sulla strada della riforma elettorale che difficilmente passerà inosservato).

Non è invece una novità l’ipotesi che Renzi vada direttamente a Palazzo Chigi («per blindare il patto sulle riforme» scrive Repubblica). Ipotesi riproposta un giorno sì e uno no quando non si sa che scrivere. Da segnalare, invece, sempre su Repubblica, l’intervista al prof. D’Alimonte, consigliere di Matteo Renzi in tema di legge elettorale. «Le liste bloccate non sono il male» afferma il professore in netto contrasto quindi, con i dubbi dell’anonimo giudice costituzionale. D’Alimonte molto concretamente spiega che quel testo è il migliore compromesso che si poteva raggiungere incrociando le richieste di Pd, Forza Italia e Ncd. Chi commenta da fuori, ha aggiunto, «ha la fortuna di non dover tener conto della realtà politica».

M5S. Completamente assente il M5S nei retroscena politici che raccontano di accordi trasversali, tradimenti e cospirazioni. È come se si muovesse in un mondo parallelo che, volente o nolente, dovrà prima o poi scontrarsi con la realtà. Per adesso Grillo e Casaleggio hanno organizzato una consultazione web fra i militanti per scegliere il modello elettorale. Ne dà conto il Corriere. La prima domanda prevedeva la scelta fra sistema proporzionale e maggioritario. In totale hanno votato 32.847 di cui 20.450 si sono espressi per il proporzionale e 12.397 per il maggioritario. Sicuramente hanno votato più persone rispetto alla scelta sull’abolizione del reato di clandestinità, ma pur sempre sotto la metà degli 80.000 aventi diritto.

Governo. Fabio Martini sulla Stampa racconta che il premier Letta è pronto a chiudere sui dossier “caldi” (lavoro, diritti e immigrazione) e a rivendicare i risultati ottenuti. Un governo che può dormire sonni tranquilli? Mica tanto, stando all’articolo di Marco Galluzzo sul Corriere che descrive in modo totalmente differente lo stato d’animo di Enrico Letta: «Letta avvisa: cosi non ci sono le condizioni. Secondo Galluzzo, salta l’obiettivo del presidente del Consiglio di portare il 29 a Bruxelles il piano “Impegno 2014” cioè il programma con le cose da fare.

Zanonato. Intanto nel Pd la tensione aumenta. Deborah Serracchiani  ha chiesto le dimissioni del ministro Flavio Zanonato. Secondo la Serracchiani, nella vicenda che riguarda la crisi della Electrolux, il ministro si sarebbe speso per salvaguardare lo stabilimento in Veneto e non quello in Friuli. Per Alessandro Trocino sul Corriere la questione ha tre connotazioni: politica (presunta incapacità di gestire una trattativa), geografica (Veneto contro Friuli) e correntizia (bersaniani contro renziani).

Pd. Renzi è accusato dai più parti di avere “modi bruschi” e oggi interviene il responsabile del welfare del Pd, Davide Faraone che, intervistato dalla Stampa,  spiega che non si tratta di modi bruschi ma di un «nuovo modo di fare politica: Renzi è un uomo che pensa e che decide. Cosa a cui la classe politica non è abituata».

Forza Italia. Berlusconi è in vacanza e di conseguenza tutto è fermo.

Caso De Girolamo. Il Mattino, quotidiano molto influente in Campania, chiede le dimissioni del ministro con un articolo in prima pagina. Per quanto riguarda le novità sulle indagini, nelle pagine di cronaca si parla di «altre bobine audio in arrivo» (difficile immaginare che Felice Pisapia, il dirigente della Asl uso a registrare le conversazioni, si avvalesse di bobine anni ’70 e ’80 ma di sicuro il titolo fa più effetto). Di certo il caso si tinge di giallo perché a quanto sembra non era solo Pisapia a registrare le conversazioni ma era piuttosto una specialità tipica locale.

Esteri. La conferenza di pace sulla Siria si è aperta in clima molo teso.  Molinari sulla Stampa parla sia dello scontro molto duro sul futuro di Assad sia del ruolo chiave assegnato dalla comunità internazionale a Mosca (invece che agli Stati Uniti). Altro tema è il ruolo dell’Iran, convitato di pietra alla Conferenza.

Riina. È il Fatto a dare il massimo risalto alla vicenda con due pagine. «Messaggi, minacce e misteri nell’ora d’aria dei due boss», è il titolo. Nell’articolo viene spiegato perché è stato scelto proprio questo boss pugliese per fare compagnia a Totò Riina. Viene definito  «L’uomo-cimice che sussurrava a Riina (e che sapeva troppo)». Un’espressione evocativa ma abbastanza azzeccata. Pochi dubbi che si tratti di un agente provocatore. Molti dubbi su chi l’ha mandato.

 

testate giornali

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