Coppa di Africa dal 13 gennaio
header photo

ingrandisci il testo rimpicciolisci il testo testo normale feed RSS Feed

RASSEGNA STAMPA – LETTA RUBA LA SCENA A RENZI. E SIAMO SOLO ALL’INIZIO

AG.RF (Giuseppe Licinio)  26.02.2014.

RASSEGNA_STAMPA_H2

Sommario

La fiducia ottenuta alla Camera e il dibattito interno al Partito democratico sono i due temi chiave di cui parlano i quotidiani.

La crisi dentro il Pd è sintetizzata dal titolo del Giornale: «L’opposizione è il Pd» (titolo più vicino alla verità che al paradosso). La Stampa apre sull’allarme dei conti pubblici («Crescita: Italia come la Grecia») e anche altri quotidiani fanno notare come anche altri indicatori economici siano negativi per il Paese.

Repubblica apre invece con il rapporto fra Renzi e UE («Non prendiamo ordini», è il titolo).

In sostanza a si conferma l’approccio critico della grande stampa verso il governo Renzi.

Partiti. Più degli interventi, è l’abbraccio fra Letta e Bersani l’atto politico più significativo della giornata. Sono tornati entrambi ieri in Parlamento ed entrambi sono stati molto applauditi (più di Renzi e se per Bersani ciò è comprensibile vista la lunga degenza, gli applausi per Letta, invece hanno un sapore squisitamente politico).

M5S. Fortemente criticato dal Corriere il tono a tratti scurrile degli interventi dei grillini durante la fiducia e poi resta in campo

Legge elettorale. Gli articoli più completi sulle mosse dei partiti sono quelli di Francesco Bei su Repubblica e Laura Cesaretti sul Giornale. Il Mattino propone un’intervista all’on. Lauricella, il deputato che ha presentato l’emendamento che rischia di far saltare tutti i piani di Renzi e Berlusconi a vantaggio dei partiti-cespuglio e della parte del Pd che non vuole andare a votare).

Esteri. I carri armati russi fanno la loro comparsa in alcune aree dell’Ucraina e Repubblica e Corriere danno ampio spazio alla notizia.

Approfondimento

Nuovo governo. Durante il dibattimento per la fiducia al neo governo Renzi, Enrico Letta ruba con abilità la scena a Renzi e il discorso del premier passa in seconda fila.

Massimo Franco sul Corriere descrive le strategie di Renzi ma teme il fallimento del governo per via delle ferite difficilmente sanabili interne al partito (e il lunghissimo applauso a Enrico Letta è il sintomo più evidente). Ma che questo governo si fondi su equilibri strani e non tutti visibili lo si deduce dall’editoriale del Giornale, quotidiano di riferimento al centrodestra.  Di «simpatia critica» verso Renzi parla Alessandro Sallusti nel suo editoriale, tirando fuori dalla muffa l’argomento dell’anti-comunismo come trade-union fra Forza Italia e Renzi. Renzi starebbe avviando la «stessa perestroika di Gorbaciov» scrive Sallusti.

Quindi i nemici di Renzi, stando a Sallusti dovrebbero essere i comunisti. Peccato che a fare l’editoriale più duro contro Renzi sia stato Marco Travaglio sul Fatto («Ma ci è o ci fa?»). Al netto delle chiacchiere scrive Travaglio, la situazione del Paese è drammatica e dalla bocca di Renzi sono uscite solo chiacchiere: pertanto «o è un genio incompreso oppure è il più grande bluff mai visto nella pur ricca tradizione italiana».

Economia. «In Italia la crescita più bassa» titola Repubblica riferendosi alle stime europee e, secondo quanto scrive Roberto Petrini, il taglio del cuneo fiscale per circa 10 miliardi promesso da Renzi, sarà ben presto realizzato. A garantirlo è il responsabile economico del Pd, Filippo Taddei per il quale a seguire verranno tagli all’Irap e all’Irpef e i pagamenti della PA. Le risorse verranno dalla spending review e dalla tassazione delle rendite finanziarie. Per Francesco Forte sul Giornale si tratta di riforme che si basano «sui sogni». La Stampa offre una grafica che meglio riassume tutte le questioni economiche che il governo dovrà affrontare.

La politica economica, naturalmente, si incarna poi nelle persone che dovranno realizzarla e una di queste è il nuovo ministro dello Sviluppo Economico, Federica Guidi. Loris Mazzetti sul Fatto fa notare come in quel ministero finisca sempre un nome gradito a Berlusconi. Il ministro è intervistato da Roberto Mania su Repubblica che non fa sconti nelle domande sia per quanto riguarda il conflitto d’interessi (l’azienda di famiglia, l’Ansaldo Energia, partecipa a commesse con aziende partecipate dallo Stato) sia per quanto riguarda gli stabilimenti aperti all’estero. Il Corriere, per non sbagliare, intervista due esponenti del Pd con posizioni diverse sul ministro: Miguel Gotor, senatore, molto critico e Matteo Colaninno, deputato, che invece la difende.

Toto sottosegretari. Antonella Rampino sulla Stampa si dedica al tema. La soppressione del ministero degli Affari Europei, quando l’Europa incide per il 70% nella legislazione italiana, è stato un grave errore dichiarano molti politici e per questo la delega agli Affari Europei è diventata quella più ambita (anche perché avrà voce in capitolo sulla destinazione dei fondi UE).

Pd. Fra i problemi del governo, vi è sicuramente il rischio scissione dentro il Pd. Alessandra Longo su Repubblica intervista Gianni Cuperlo il quale assicura che nel Pd non ci sarà nessuna scissione né diaspora («anche se la ferita è ancora aperta»). Indirettamente, con la frase «gli applausi a Letta sono stati il momento più intenso di questa giornata», Cuperlo mostra di non avere molto apprezzato il discorso di Renzi.

Forza Italia. Il Corriere intervista l’homo novus di Forza Italia e cioè il consigliere politico di Berlusconi, Giovanni Toti. «Il premier è confuso sul programma e sulle riforme deve mantenere i patti» afferma Toti a Paola di Caro sul Corriere. L’impressione, leggendo i quotidiani in questi giorni, è che la considerazione di cui gode Toti nel partito sia prossima allo zero.

Legge elettorale. Per Francesco Bei, Renzi è intenzionato a bocciare l’emendamento Lauricella (Pd) che vincola l’entrata in vigore della legge elettorale all’abolizione del bicameralismo perfetto. E non teme franchi tiratori perché il voto è palese. L’on. Lauricella, naturalmente, intervistato dal Mattino, la vede diversamente e parla della necessità di tempi giusti fra riforma elettorale e riforme istituzionali. «Niente fretta» dice Lauricella, «c’è tempo». Non proprio un fulgido esempio di filosofia renziana.

giornali2

Nessun Commento »

Puoi lasciare una risposta, oppure fare un trackback dal tuo sito.


Vuoi essere il primo a lasciare un commento per questo articolo? Utilizza il modulo sotto..

Lascia un commento


Heads up! You are attempting to upload an invalid image. If saved, this image will not display with your comment.

*