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RASSEGNA STAMPA –

AG.RF (Giuseppe Licinio) 24.02.2014 

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Sommario

La settimana si apre con il dibattito sulla fiducia e c’è già la prima polemica dopo le dichiarazioni di Graziano Del Rio, sottosegretario alla Presidenza del Consiglio, nelle quali ha evocato la possibilità di una tassazione sulla rendite dei bot (smentita in serata dal governo). Sulla questione aprono Corriere, Repubblica, Giornale e Stampa.

L’editoriale sul Giornale è affidato la prof. Francesco Forte, che già in passato aveva scritto un articolo in cui diffidava Renzi dal toccare le rendite.

Altri temi affrontati sono il voto di fiducia che il governo deve ottenere alla Camera e al Senato e il completamento dell’esecutivo con la nomina dei sottosegretari. Quanto al programma, l’economia fa la parte del leone ma il governo ha posto fra le priorità anche la lotta alla burocrazia. La legge elettorale sembra passata in secondo piano ed è quello che si domanda Michele Ainis sul Corriere.

Altro tema è il conflitto d‘interessi. In particolare fanno discutere le due nomine ai dicasteri economici: Federica Guidi allo Sviluppo Economico e Giuliano Poletti al Lavoro. Alla questione l’Unità dedica l’editoriale di Vittorio Emiliani più un’intervista a Stefano Fassina.

Interviste. Due interviste molto interessanti sul Corriere: una di Fiorenza Sarzanini all’ex ministro di Giustizia Annamaria Cancellieri e un’altra di Aldo Cazzullo al giudice costituzionale ed ex Presidente del Consiglio Giuliano Amato. La Cancellieri rivendica il suo impegno per risolvere il problema del sovraffollamento delle carceri e il suo parere favorevole sull’amnistia. In sostanza un bilancio della sua attività di ministro mentre l’intervista ad Amato affronta temi più generali la complessità della macchina dello Stato e le ricette per attuare delle serie riforme strutturali per migliorarla.

Esteri. E’ ancora la situazione in Ucraina, e in particolare la fase di grande incertezza in cui vive il Paese, a dominare le pagine degli esteri. Una lunga analisi di Bernardo Valli su Repubblica mentre la cronaca migliore è di Anna Zafesova sulla Stampa. Fra le interviste da segnalare quella sull’Unità a Stefano Silvestri, esperto di politica internazionale. Sui marò oggi si attende la decisione del tribunale indiano e c’è grande attesa per vedere come il nuovi ministro degli Esteri Federica Mogherini, affronterà il problema. 

Approfondimento

Renzi. Giuliano Ferrara è entusiasta di Matteo Renzi e parla dei “rosiconi“ presenti non nell’opposizione ma nel suo partito perché  temono che l’ondata renziana tolga loro il «proscenio». Gian Antonio Stella sul Corriere parla invece dei rischi concreti a cui Renzi potrebbe andare incontro, fra cui quello di pensare di «poter supplire anche a eventuali debolezze di qualche ministro» prendendo deleghe su deleghe nel caso in cui i ministri falliscano. Non ci sono riusciti in passato ne Fanfani, né Craxi, né D’Alema, ammonisce Stella.

Fiducia. Ci sono i numeri, scrive Claudio Marincola sul Messaggero, e ciò grazie all’anomalo «sì sfiduciato» di Pippo Civati (nel senso che nutre sfiducia verso il governo ma lo voterà per non pagarne le conseguente politiche in caso contrario). L’articolo, pallottoliere alla mano, fa il conti di chi voterà la fiducia. I voti minimi necessari sono 161 e per adesso Renzi può contare su 173/174 voti. Se qualcosa dovesse andare storto esisterebbe non solo un piano “b” (l’appoggio dei senatori del Gruppo Autonomia e libertà) ma addirittura un ulteriore piano di emergenza: il supporto dei «cosentinos» cioè di tre senatori eletti in Forza Italia ma che rispondono esclusivamente a Nicola Cosentino.

Tassa sui bot. Sulla natura del governo e sulla sua agenda il Corriere intervista il ministro dei Trasporti Maurizio Lupi il quale come prima cosa censura l’uscita di Del Rio sulle tasse alle rendite finanziarie («Non si può partire così», afferma il ministro). Mario Seminerio, economista, critica sul Fatto le parole di Del Rio accusandolo di «improvvisazione» e di «strizzate d’occhio alla demagogia anti-risparmio». Ancora più critico l’editoriale di Francesco Forte sul Giornale che parla di operazione «sommamente iniqua» che reca con sé perfino «dei pericoli psicologici».

Conflitto d’interessi. Il ministro Federica Guidi, intervistata dal Corriere non crede che ci sia un conflitto d’interesse fra la sua carica e il fatto che l’azienda della sua famiglia, Ansaldo Energia, si sia aggiudicata commesse con società pubbliche come le Poste e l’Enel. «Ho rassegnato le dimissioni da tutti gli incarichi in azienda», spiega il ministro e il giornalista non infierisce. Lo fanno, invece, il Fatto e l’Unità. Il Tempo, invece, infierisce contro Giuliano Poletti, presidente delle Coop e nuovo ministro del Lavoro. Molte della aziende che fanno parte di questa associazione, scrive Paolo Zappitelli sul Tempo, lavorano con progetti statali, come l’Expo 2015 di Milano o hanno in appalto, ad esempio, la costruzione dei tunnel della Tav Torino-Lione. Il giornalista si fa prendere dalla mano e, fra i ministri a rischio conflitto d’interessi, include anche il ministro della Cultura Dario Franceschini (poiché la moglie è presidente della Commissione Cultura del Comune di Roma) e Matteo Renzi (Presidente del Consiglio e segretario del Partito Democratico).

Burocrazia. «Volti nuovi nei Ministeri. Andranno via i mandarini che condizionano le leggi» scrive Valentina Conte su Repubblica. Capi Dipartimento, Capi di Gabinetto e Capi degli Uffici Legislativi sono quelli presi di mira perché ritenuti in parte responsabili delle lentezze e dei ritardi della macchina burocratica. Articolo assai interessante perché offre una geografia di questi di posti di potere molto importanti ma poco noti.  Di «casta invisibile» parla anche Salvatore Cannavò sul Fatto. Si tratta di 50 posti chiave, scrive Cannavò,  e «se i ministri sono deboli, loro dominano».

Legge elettorale. Si parla meno della legge elettorale e Michel Ainis sul Corriere lo fa notare. La sua approvazione, scrive Ainis, resta urgente «per mettere in sicurezza il sistema in caso il governo “inciampi” e si ritorni al voto».

Economia. I due più grandi quotidiani danno diverso risalto alle dichiarazioni del governatore della Banca d’Italia, Ignazio Visco. Il Corriere le pubblica a pag. 12, la Repubblica a pag. 3. Non bisogna sforare il vincolo del 3% ricorda ancora una volta Visco e, dal suo punto di vista, fa bene a ricordarlo perché la tentazione del governo è forte (soprattutto dopo il sondaggio pubblicato dal Corriere secondo cui due italiani su tre sono favorevoli allo sforamento). Bruno Tabacci, intervistato da Repubblica, individua nelle nomine per il rinnovo dei vertici delle aziende partecipate dal Tesoro, il primo banco di prova del governo.

Esteri. Sui marò, Sara Nicoli del Fatto riferisce che il nuovo ministro degli esteri, Federica Mogherini, ha già preso in mano il dossier. Peccato che non sapesse chi fosse Staffan de Mistura, il diplomatico che da due anni segue la vicenda marò per il governo. Sull’Ucraina due segnalazioni: Bernardo Valli su Repubblica e Anna Zafesova sulla Stampa secondo cui si starebbe per aprire uno «scenario siriano».

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