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“RACCONTI DI SPORT”

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AG.RF.(di Massimo Pedroni). 23.11.2015

 “riverflash” – Molteplici sono le motivazioni che mi hanno spinto a recarmi alla presentazione di “Racconti di sport”. Libro che contiene cento racconti sportivi inerenti a varie discipline, boxe, ciclismo, calcio, ecc. Il tutto accompagnato dalla  introduzione di Mario Pennacchia firma cristallina del giornalismo spotivo dal significativo titolo “Sport e umanità in cento racconti”.   Le storie inerernti al calcio la fanno ovviamente da padrone. Gli autori di questa pregevole raccolta sono sei: Alessio Argentieri, Franco Bovaio, Albero Caramia, Francesco Foresta, Amedeo Santicchia, Lucio Spinelli. L’invito alla serata di presentazione mi è stato fatto da “uno” di loro. A questo punto, non posso, non passare doverosamente, per correttezza e per dare il giusto respiro all’articolo ad alcune note autobiografiche. Il signore che mi ha rivolto l’invito risponde al nome di Amedeo Santicchia. Uno dei sei autori per l’appunto. Posso dire che con Amedeo siamo amici da sempre. Quindi tra i molteplici motivi che mi hanno indotto a partecipare alla serata di presentazione spicca il legame dell’amicizia. Confesso, con una punta d’orgoglio, di essere riusciti, a dispetto dei decenni trascorsi, a mantenere certi spessori. Per merito, prevalentemente suo, grazie all’ indole generosa, paziente, talvolta premurosa . Un talento naturale del quale è dotato “er Santicchia”. Dato comprovato dalla presenza alla serata di qualche altro amico dalla militanza pluridecennale. Non sto andando fuori tema, rassicuro i lettori. Accennavo a molteplici motivi, il sentimento dell’amicizia è stato per me il volano della mia patecipazione alla serata. Ma nella occasione ho trovato qualcosa di più. Un di più che quasi si poteva toccare con mano. Non poteva non tornarmi alla mente il titolo che Pennacchia aveva dato alla sua presentazione nel quale parlava di “umanità in cento racconti” Abitualmente scrivo di altro, letteratura, teatro, cultura nel suo complesso. Desidererei quindi, tentare di arrivare a poter ben centrare e  trasmettere le ragioni della gradevolezza complessiva che ho avuto modo di vivere nella serata. Nella quale l’afflato di senso di unità e fraternità era palpabile. Da qualche tempo, mi sono definitivamente reso conto, che per taluni aspetti, l’educazione ricevuta in casa, ha contribuito ad alimentare in me profili da “disadattato”. Controprova ne ho avuta semmai ce ne fosse stato bisogno in quel contesto. Per il Professore (mio padre), una partita di calcio si svolgeva tra “ventidue cretini in mutande che corrono appressso a una palla”. Date queste premesse parlare di calcio in casa era semplicemente impensabile.  Il calcio è una delle prime filigrane di opportunità per poter comunicare e socializzare nella fase dell’adolescenza. Per accedere a questo codice, di linguaggi e comportamenti, ho dovuto metterci un impegno supplementare, per non rimanere escluso dalle dilettiche che si accendevano tra i miei coetanei. Sono stato sempre un pacato romanista, pacato ma costante, senza ripenamenti sulla scelta di campo effettuta. Con un Amedeo di provata fede biancoceleste, ci si può immaginare che spassosa adolescenza abbiamo condiviso. Maestrelli, Liedholm, Fausto Coppi, Gino Bartali, Pele’, Mohamed Alì, Gigi Riva e via elencando, sono alcuni dei “Mostri Sacri” presenti nei cento racconti. Affontando tematiche inerenti a personggi di questo livello, gli autori hanno avuto modo di mettere in evidenza la loro appassionata competenza  che rende la lettura del frutto del loro lavoro godibilissima.  Ma questo è solo l’aspetto che riguarda l’ottimo livello della preparazione complessiva raggiunto da questa “squadra”. Nella serata c’era qualcosa di più, una forte energia positiva, pulita, di gente che ci crede. Per la quale lo Sport veramente è il Tempio del confronto leale, sano, senza sotterfugi o compromessi e ambiguità. Valori dal sapore “antico”. Antico in quanto presenti in maniera permanente, nell’anelito inesausto con il quale l’essere umano vorrebbe confrontarsi con i suoi simili. Da tempo, non respiravo atmosfere dense di tale fattiva serentà. Il centounesimo racconto l’avete scritto tutti insieme l’altra sera. Se i rappresentanti del mondo dello Sport, e del calcio in particolare, fosse fatto da persone come voi, potrei forse anche io ritrovare un filo di passione nel settore. E nell’orfanità complessiva che ci offre la contemporaneità, non sarebbe certo cosa di poco conto.

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