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“QUESTO ITALICUM S’HA DA FARE”: 190 SI’ SU 310, LA MINORANZA NON VOTA E IL PD SI SPACCA

renzi-speranza-tf-ansa-258AG.RF.(MP).16.04.2015

“riverflash” – Si è svolta ieri la riunione di direzione del Pd, ma non è stato proprio un pomeriggio tranquillo. A seguito della votazione (190 sì su 310), Il gruppo dei deputati dem infatti, i cosiddetti dissidenti, hanno protestato veementemente poiché vogliono modifiche sui capilista bloccati, ma il governo ha “blindato” la riforma e Matteo Renzi ha ribadito ancora una volta che “andrà avanti comunque”, tanto che il capogruppo della minoranza dem, Roberto Speranza, ha rimesso il suo mandato perché, come da lui stesso annunciato: “Non sono nelle condizioni di guidare questa barca”, seguito da Bersani che ha aggiunto: “Qui è in ballo il nostro sistema democratico, se volete andare avanti così io non ci sto” L’opposizione interna ha quindi deciso di non votare: “Il governo è legato a questa legge elettorale, nel bene e nel male: si è fatto promotore di un documento firmato dalla maggioranza convinta. In quel documento c’era lo scambio tra l’abbassamento delle soglie e il premio alla lista, anziché alla coalizione”, ha replicato il premier davanti all’assemblea, deciso fortemente a non mollare”, spiegando anche che “non esiste una legge perfetta e chi voterà contro, non potrà fare a meno di riconoscere il lungo lavoro di mediazione e cambiamento, durato 14 mesi”. E ancora, sui capilista bloccati, il punto di maggiore dissidio con i dem, Renzi ha ribadito che l’Italicum è in linea con quanto è stato sempre detto dal Pd e il ballottaggio rappresenta il punto centrale: “La legge funzione perché c’è il ballottaggio che serve ad evitare una deriva neocentrista. Ma la minoranza del Pd, non ci sta e non ha partecipato al voto del gruppo, tanto che il capogruppo Speranza, non è tornato indietro sulla decisione presa, ribadendo il concetto espresso all’inizio della riunione: “Non sono nelle condizioni di guidare questa barca perciò con serenità rimetto il mio mandato di presidente del gruppo e non smetto di sperare che questo errore che stiamo commettendo venga risolto. Credo nel governo, credo nel Pd e nel gruppo,  ma in questo momento è troppo ampia la differenza tra le scelte prese e quello che penso. Parole forti e chiare che lasciano chiaramente intendere che c’è una contraddizione evidente tra le sue idee e la funzione che svolta: ed è questo il motivo della remissione del mandato. Il discorso di Speranza, ha avuto una pesante conseguenza, perché la maggioranza dei dissidenti ha abbandonato l’aula, certificando così una grave frattura all’interno del Pd, con la quale il premier dovrà inevitabilmente fare i conti, anche se sembra deciso ad andare avanti a tutti i costi. Tra le questioni che hanno scatenato il dibattito, c’è anche il nodo del voto di fiducia che il governo può porre alla Camera. Tuttavia sembra che l’eventuale fiducia all’Italicum non sia in discussione, nonostante Sel, Forza Italia e Lega Nord ritengano che l’approvazione dell’Italicum, rappresenti una specie di “golpe” da evitare assolutamente: per questo hanno scritto, ognuno distintamente, una lettera al presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, per spiegare le loro ragioni.

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