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QUANTO SERVE UN GOVERNO?

(riverflash) – Siamo tutti in ansia perché non è ancora stato fatto il governo, ma, a guardare bene, gli indicatori economici non stanno precipitando: lo spread rimane intorno ai 300 punti e le borse vanno su e giù come al solito. Allora, dove sta il problema? In verità siamo governati dalle nostre istituzioni: la polizia, le tasse i carabinieri, i comuni, le province, le regioni le prefetture, le questure ecc. funzionano né più né meno come sempre.

L’unica differenza è che, non essendoci il governo, non si fanno leggi nuove…. Ma di quanto abbiamo bisogno di nuove leggi? A guardar bene in Italia ne abbiamo già più di 165.000 in vigore, che sono un’enormità se paragonate alle leggi del resto dell’Europa: in Francia ne hanno 7.500, 5.400 in Germania e 3.500 circa in Gran Bretagna. A Roma ci sono più avvocati che in tutta la Francia… Abbiamo ancora leggi promulgate dai Savoia e da Mussolini e, per il comune di Roma, vigono ancora leggi promulgate dal papa re.

Con tutte queste leggi, la soluzione per l’Italia sarebbe quello di eliminarne un bel po’, ma sono comunque troppe e, anche se ne eliminassimo una al giorno per ogni giorno di lavoro del parlamento, ne elimineremmo 200 all’anno e 2000 in 10 anni: impossibile arrivare ai numeri normali delle altre nazioni europee!

Personalmente sono uno specialista in sistemi automatizzati intelligenti e robotica, per i quali esiste una legge fondamentale: quando, per fare funzionare un sistema automatico, si pongono troppi controlli, il sistema si blocca. Bene, se si fa una similitudine fra i sistemi automatizzati intelligenti e la nostra società, è proprio quello che è successo all’Italia, e vale soprattutto per il lavoro. Tutti continuano a dire che abbiamo troppa burocrazia e che molte regole vanno semplificate, ma non si sa come fare né chi lo deve fare.

Se si pensa alle regole applicate all’impresa ed al lavoro in generale, non penso che al mondo esista un paese più complicato del nostro! Noi ci siamo “ingessati” da soli, per cui il lavoro si è bloccato, l’economia si è fermata e la crisi investe tutto e tutti. Ma abbiamo mai pensato quante regole e quante così dette autorità vigilano sul lavoro?  Il sindacato, le ASL, l’INPS, l’INAIL, i tribunali, i giudici del lavoro, le leggi sull’inquinamento, la legge 626 sulla sicurezza del lavoro e chi più ne ha, più ne metta…. Poi ci sono le ragioni morali (ipocrite) e legali: per anni ci hanno convinto che l’imprenditore (padrone) era un ladro che sfruttava i poveri operai e così via… Chi ha voglia di fare impresa oggi in Italia? Se si hanno i capitali, meglio andare all’estero, dove ci sono meno tasse e meno lacci politici, morali ,legali, se si tratta di imprenditori stranieri, poi, meglio investire in altri stati con meno tasse e meno difficoltà legali e sociali.

Viste così le cose, se il governo serve a ridurre le regole: bene, ma se ne deve fare di nuove, meglio lasciar perdere: per prosperare, l’economia ha bisogno di libertà e non di migliaia di leggi, lacci e regolamenti.

AG.RF. (CP) 19.04.2013

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