QUANDO COMUNICARE FA BENE. ANZI, BENISSIMO. MANIFESTI DI AFFISSIONE IN MOSTRA A CAMOGLI

Di Maria Michela D’Alessandro (AG.RF. 7.09.2014) (river flash) – In occasione della prima edizione del Festival della Comunicazione, che si terrà a Camogli (Genova) dal 12 al 14 settembre 2014, alla Fondazione Remotti, sarà visitabile, non solo nei giorni del Festival, ma fino al 19 ottobre 2014, la mostra “Comunicare fa bene. Anzi, benissimo – manifesti dell’Archivio storico della pubblicità letti, e riletti, da Ruggero Pierantoni”. Curata da quest’ultimo con Francesco Calaminici e Anna Zunino, ideata e realizzata dall’Archivio Storico della Pubblicità, istituito dalla Cooperativa Corigraf nel 1993, la mostra seleziona venti manifesti pubblicati in Italia tra il 1899 e il 1969.

Da ventuno anni nella sede di Palazzo del Principe di Genova la dedizione per la raccolta, la conservazione, la schedatura e la ricerca ha fatto sì che si creasse un vero e proprio centro. L’occasione del Festival non è solo quella di poter vedere opere mai esposte fino ad ora, ma anche quella di poter seguire l’esposizione guidati da una lettura inedita di Ruggero Pierantoni. Il lavoro dello psicologo italiano, studioso di percezione acustica e visiva, sorprende il visitatore, soprattutto per il continuo indagare sui segni e i messaggi che queste immagini cercano di evocare e trasmettere.

Ogni testo è integrato con foto, video e codici QR: accostando smartphone e tablet ai codici, sarà possibile visionare, direttamente dai propri dispositivi o nella videoproiezione completa presente in mostra, documentari di CinecittàLuce e dell’Archivio Centrale dello Stato, trasmissioni RAI, scene e trailer di film. Il fine è quello di trarre quanto più possibile dal manifesto di affissione, che ha rappresentato il primo e il più efficace strumento di comunicazione di massa a partire dalla fine dell’Ottocento. Un intreccio di modi di rilettura per far dialogare le opere tra loro, con riferimenti letterari, musicali, cinematografici. “Comunicare fa bene. Anzi, benissimo” è forse una mostra più da leggere che da guardare. Ma, sicuramente, anche da “comunicare”.