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POLETTI INCONTRA GLI STUDENTI A BOLOGNA: “IL LAVORO? MEGLIO GIOCARE A CALCETTO CHE INVIARE CURRICULUM

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AG.RF.(redazione).28.03.2017

 “riverflash” – Possiamo dire che il ministro del Lavoro Giuliano Poletti, non ne fa una giusta? Non siamo noi a dirlo ma i social….Ancora una volta ieri, parlando dell’alternanza scuola/lavoro, agli studenti dell’istituto Manfredi Tanari di Bologna, ha fatto insorgere i giovani sui social, con questa frase: “Il lavoro? Meglio giocare a calcetto che inviare curriculum, perché il lavoro è rapporto fiduciario e  si creano più opportunità «a giocare a calcetto che a mandare in giro i curricula». Inevitabile la reazione di molti giovani che hanno preso veramente male le parole pronunciate dal ministro: “A calcetto dovrebbe andarci a giocare lui, invece di fare il ministro, almeno non prenderebbe in giro i disoccupati e i giovani!”, “Poletti ha oltrepassato la soglia. Basta politici incompetenti!”, “Caro Poletti, il lavoro non si conquista con il calcetto, anche perché tu da Ministro non hai dimostrato di essere Maradona” e ancora “Sei fuori dal mondo”…. Sono stati questi , principalmente, i commenti pubblicati sui network, anche se ci sono stati alcuni (pochi), che hanno provato a difenderlo: chi invece si arrabbia proprio, giudicandolo “fuori dal mondo” e chi, infine, prova a difenderlo: “Il suo problema è solo la forma. Perché nella sostanza ha spesso ragione, più pragmatico e meno politichese di molti”. A seguito di ciò, il ministro ci ha tenuto a chiarire di non aver mai sminuito il valore del curriculum e della sua utilità. “Ho sottolineato l’importanza di un rapporto di fiducia che può nascere e svilupparsi anche al di fuori del contesto scolastico. E quindi dell’utilità delle esperienze che si fanno anche fuori dalla scuola”. In un incontro, durato un’ora e mezza, Poletti ha risposto alle domande degli studenti ed ha spiegato di prediligere gli incontri di questo tipo per farsi un’idea più completa dell’efficiacia delle misure prese a Roma (“se ci stai troppo a lungo finisce che pensi di essere un fenomeno”) e si è soffermato anche sulle difficoltà affrontate dagli studenti durante le loro esperienze lavorative in orario scolastico. Ad esempio a chi ha vissuto in maniera non felicissima gli stage perché finito a fare operazioni manuali ripetitive il ministro fa notare che “se vai in un bar ti fanno fare un caffè”. Ma soprattutto, le esperienze compiute fuori dalle mura della scuola non sempre danno risultati palesi e immediate. “Intanto vedi un mondo“, ha concluso Poletti.

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