PINETA DI CASTEL FUSANO: FOTORACCONTO DELLA SUA BELLEZZA E DEI SUOI PROBLEMI

di Isabella Cidonio e Ivano Grasso (AG.RF 10.06.2014) ore 14:58

(riverflash) – La pineta di Castel Fusano è l’area verde più grande di Roma. La sua esistenza fu testimoniata da Virgilio già prima del 50 a.C. Vi si trovano testimonianze di una antica strada, la via Severiana, 80 miglia romane (118 km) volute da Settimio Severo (198 d.C.) per il trasporto della calce necessaria alla manutenzione del porto di Ostia, che collegavano Portus (Fiumicino) con Terracina, e le rovine di una villa, Villa Palombara, che era stata di Plinio il Giovane (61-114 d.C.) .

Nel 1713, la famiglia Sacchetti piantò 7000 pini domestici su questa terra di sua proprietà, poi venduta nel 1930 dai Chigi al Comune di Roma (che la ha aperta al pubblico) e quindi dal 1980 istituita come Area Urbana protetta dalla Regione Lazio.

 

Il parco confina con il Tirreno e occupa circa 2500 acri (1.100 ettari circa) tra la città di Ostia e la Tenuta Presidenziale di Castel Porziano (una delle residenze del Presidente della Repubblica) e si trova a meno di 5 km dall’estuario del Tevere.

 

La vegetazione è costituita prevalentemente da pini marittimi (pinus pinaster) e lecci (quercus ilex) ma studi recenti hanno rivelato la presenza di ben 455 specie di piante.

Una grande varietà faunistica abita la pineta: cinghiali, volpi, istrici, donnole,  porcospini, lepri, talpe, serpenti d’acqua, vipere, rari insetti e altri animali tipici della macchia mediterranea.

Questa bella area territoriale si presta generosamente ai romani per attività ricreative e sportive di vario genere. La sua vicinanza agli stabilimenti balneari, la sua ricca storia, i suoi benefici ambientali offrono un’opportunità unica per il turismo e il commercio equo-solidale non ancora del tutto valorizzata.

 

Negli anni recenti la sopravvivenza del parco è stata minacciata dal fuoco e da un generalizzato degrado. Alcune delle sue aree più trascurate sono state occupate dai nomadi.

Attività illegali e prostituzione proliferano e sono ben visibili ai visitatori. Nel luglio del 2000 un grande incendio ha distrutto più di un terzo della pineta.

 

Quella che una volta era una bella e sicura area protetta di una delle più visitate capitali al mondo è diventata insalubre in molte sue zone e quindi inadatta alle attività ricreative cui era stata dedicata. Le autorità locali e le organizzazioni ambientali stanno lottando per preservarla e proteggerla.

Confinante con la Pineta un villaggio di pescatori, che si affaccia su un canale che porta al mare.

L’amministrazione locale sta conseguendo un certo successo nel controllo degli incendi, ma i suoi sforzi sembrano ancora insufficienti proporzionalmente alla quantità di problemi che gravano sul parco. E sembra anche che il Consiglio Comunale di Roma sia incapace o non voglia investire nel potenziale di un bene che è tra i migliori in suo possesso, e che non possa nemmeno rispondere adeguatamente alla sfida della sua protezione.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Testi di Isabella Cidonio

Foto di Ivano Grasso