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PERINETTI: HO IN MENTE IL PROGETTO PER RIPORTARE IL CALCIO ITALIANO AD ALTI LIVELLI

perinetti-2di Francesco Guerrieri (Giovaninrete)

AG.RF 17.09.2014 (ore 17:54)

(riververflash) – Nelle ultime settimane, sono circolate delle voci su un possibile approdo dell’ex ds del Palermo Giorgio Perinetti nello staff della nuova Nazionale di Antonio Conte. Perinetti ha voluto chiarire personalmente tali voci concedendoci un’intervista.

Si parla di un suo possibile inserimento nello staff della Nazionale. Può dirci di più?
E’ una cosa che è rimasta allo stato embrionale. C’è stato un pourparler con Conte, al quale ho spiegato alcune mie idee che potrebbero essere applicate all’organizzazione del settore giovanile della Nazionale. Sarei onorato di far parte dello staff, ma credo che sia molto improbabile; la Federcalcio ha al suo interno le risorse per affrontare eventuali problemi. Credo che un innesto dall’esterno non sia ipotizzabile, almeno per il momento.

Se qualora si concretizzasse questa possibilità, quale sarebbe il suo eventuale ruolo?
Ho in mente un progetto che coinvolge anche i club, perchè credo che tutto debba ripartire dal settore giovanile delle squadre. Si deve incrementare il lavoro impostato da Sacchi con le Nazionali giovanili. Bisognerebbe mirare ad una riorganizzazione culturale del settore giovanile nazionale. Ma queste sono solo idee che non so quando e da chi verranno messe in pratica.

2 vittorie in 2 partite. Come ha visto questa nuova Italia di Antonio Conte?
E’ innegabile che la squadra ha dimostrato voglia, carattere intensità. Si sono già viste alcune giocate che Conte richiedeva ai suoi giocatori alla Juventus, a Bari e a Siena. Lui ha delle giocate così dette “memorizzate” che ho già visto; specialmente le due punte, pur non giocando mai insieme, hanno già messo in atto.
Ho visto un’Italia cambiata nello spirito, ma che sta già assumendo un’identità tecnica e tattica.

Uno dei giocatori che si è messo più in luce in queste due partite è l’attaccante del Sassuolo Simone Zaza. Può essere uno degli uomini in più della nuova Italia?
Conte lo ha inserito subito. In attacco abbiamo dei giocatori giovani e bravi: Immobile, El Shaarawy, Destro, c’è sempre un Balotelli che se scoprirà che il calcio è fatto per undici può dare un grande contributo; da quel punto di vista abbiamo molte risorse, nessuno può essere tranquillo di un posto da titolare. Forse dobbiamo preoccuparci di più della difesa:una volta era una prerogativa degli italiani avere difensori buoni, oggi sono pochi e giocano poco.

Lei conosce bene Conte per averci lavorato a Siena e a Bari. Che differenze ci sono (o ci saranno) tra l’Italia di Conte e quella di Prandelli?
Ogni allenatore ha le sue idee il suo modo di allenare.
Prandelli ha fatto molto bene con un calcio di possesso palla; si è smarrita un po’ l’idea di gioco proprio in prossimità del Mondiale: siamo andati in difficoltà, ci sono stati problemi della spedizione e nella gestione. Purtroppo il lavoro di Prandelli è iniziato bene e finito male.
Conte ha una sua prerogativa: ama l’alta intensità, l’alta concentrazione; bandisce la parola “amichevole” da ogni partita. E’ un selezionatore diverso, che cerca di personalizzare il suo lavoro. Speriamo che prosegua in questo buonissimo inizio e ci riporti in alto.

Oltre al ct, quest’estate è cambiato anche il Presidente Figc. Si è passati da Giancarlo Abete a Carlo Tavecchio. Può essere lui la persona adatta per riportare il calcio italiano ad alti livelli?
Io credo che abbia il diritto di poterlo dimostrare. E’ stato eletto legittimamente, con delle votazioni democratiche; c’è stata l’opposizione di alcune componenti, ma alcune volte l’opposizione può anche fare un lavoro di suggerimento e controllo, come succede in democrazia.
Io penso che al di la delle divisioni, Tavecchio oggi è il presidente della Federazione e deve mettere mano a riforme importanti, cercando di utilizzare tutte le componenti. Il calcio deve unirsi proprio per rilanciarsi con alcune riforme: quella dei campionati, quella del settore giovanile, l’ingresso degli stranieri…

La prima riforma di Tavecchio è stata quella riguardante i la discriminazione territoriale. Ha eliminato la squalifica dello stadio legato ai cori discriminatori. E’ d’accordo?
Creato che questa riforma abbia giovato a tutto il calcio. Si penalizzava una tifoseria intera per un coro che, seppur infelice, cantato solo da alcuni.
E’ una riforma che andava fatta ed una norma che andava cambiata.

Come giudica le lamentele di alcuni giocatori verso Claudio Lotito, accusato di essere troppo presente in questi ultimi giorni con la Nazionale?
Il Consigliere Federale ha diritto di partecipare alla trasferta e di frequentare la Nazionale. De Rossi ha espresso il suo disappunto, Buffon ha detto il contrario; io credo che abbia detto le parole giuste Conte: se Lotito (o chi per lui) non invade la sfera calcistica e si limita ad andare a Coverciano e ai ritiri della Nazionale, non credo che possa dare problemi. Quando non ci sono di carattere esterno dal punto di vista tecnico, tutto il resto è di contorno.
Lotito è un presidente che, nel bene o nel male, ci mette sempre la faccia. Quando la partecipazione non disturba allenamenti e gare, nonostante sia molto reclamizzata, penso si possa accettare.

L’Under 21 di Gigi Di Biagio si è qualificata ai playoff per gli Europei del 2015 in Repubblica Ceca. Come vede gli azzurrini?
Di Biagio è stato bravissimo a gestire questi ragazzi. Hanno fatto un’impresa rimontando una situazione difficilissima nella partita con la Serbia superando lo choc dei due gol iniziali presi. E’ un gruppo che sta facendo molto bene.
Il nostro calcio ha bisogno di questi successi e dell’entusiasmo dei giovani che devono riacquistare la fiducia che molte società hanno perso nei confronti degli italiani. Dobbiamo avere più voglia di dare possibilità ai vari Belotti, Rugani e ad giocatori che stanno facendo bene con di Biagio.

Questa Under 21 può essere, tra l’altro, anche una base per la futura Nazionale di Antonio Conte.
E certo. Se non migliora il prodotto che arriva a Conte, il ct farà fatica nonostante le sue idee brillanti a reimpostare la Nazionale.

Spostandoci sul campionato, chi è la favorita per lo scudetto secondo lei?
Per me sempre la Juventus. Ha fatto una campagna acquisti mirata a rinforzare l’organico, ha lo stimolo del nuovo allenatore e, soprattutto, non ha venduto nessuno dei giocatori più importanti.
Quest’anno la Roma credo sia molto più vicina alla Juve rispetto all’anno passato. Sarà un testa a testa tra queste due società. Un po’ più distaccato vedo il Napoli e poi dietro Milan, Inter, Lazio e Fiorentina.

Qual è secondo lei la squadra che si è mossa meglio sul mercato?
La Roma aveva una squadra già molto forte l’anno scorso. Ha preso giocatori di grande esperienza ed alcuni giovani che Sabatini sa sempre individuare. Garcia è atteso ad una conferma, ma ha già dimostrato le qualità l’anno scorso. Ripeto, secondo me i giallorossi sono l’antagonista principale della Juventus per la lotta allo scudetto.

Chi può essere la possibile sorpresa?
Dopo le stagioni scorse, credo che ritorneranno a standard più consoni alle loro qualità sia Milan che Inter, che comunque non sono sorprese.

La Juventus quest’estate ha comprato Morata, non riscattando il cartellino di Zaza che aveva in comproprietà con il Sassuolo. Come mai le società italiane non puntano sui nostri giovani? 
E’ un po’ il trend delle nostre società. Tutti gli stranieri, sono accolti con più entusiasmo dai tifosi ed hanno più fiducia da parte delle società; sono più attesi quando non fanno bene e sono più acclamati quando fanno bene.
Basta vedere quante difficoltà ha avuto Destro per essere considerato a Roma. Se si chiamasse Destrinho sarebbe un fenomeno.

Un giovane promettente approdato quest’anno nel campionato italiano è Coman, classe 1996 attaccante della Juventus.
Giustamente la Juve ha fatto sempre grandi investimenti all’estero, portando giocatori importanti. Strappare Coman al Psg (come un domani potrebbe riuscire a strappargli Rabiot) è segno di vitalità del nostro calcio.
Però in Italia abbiamo norme che complicano il passaggio di giocatori nel mercato interno, mentre non ci sono norme che penalizzano le società nell’acquisto di giocatori che vengono dall’estero. Anche lì dovremmo cercare dei punti di incontro per facilitare il passaggio di giocatori da una squadra italiana all’altra, altrimenti avremmo sempre un numero eccessivo di stranieri.

Nel mercato estivo abbiamo perso un talento come Bryan Cristante. Cosa ha pensato quando ha saputo del suo trasferimento?
E’ un giocatore che va in un grande club, ma certamente in un campionato non al livello del nostro. E’ un ragazzo che non possiamo controllare, ma possiamo seguire; se poi lo vedremo titolare in Coppa Campioni è logico che dispiacerà.
All’inizio di quest’intervista io ho parlato di rivoluzione culturale del nostro calcio e credo che dovremmo iniziare a farla, perchè altrimenti penalizzeremo sempre il nostro prodotto a vantaggio di quello estero. Questo, alla lunga, impoverisce la Nazionale che, non dobbiamo dimenticare, è sempre la squadra più amata dagli italiani.

Scendendo di categoria, riuscirà il “suo” Bari a salire in Serie A?
L’anno scorso il Bari è rimasto in vita grazie ad una mobilitazione popolare straordinaria dei tifosi, che hanno convinto gli investitori a credere nel progetto Bari. L?atteggiamento della squadra era seguire quest’onda di entusiasmo.
Oggi, purtroppo, ha l’imperativo di vincere, e questo non aiuta mai una squadra. Quando si è obbligati a vincere è come se si avesse un macigno sulla spalla, l’abbiamo visto l’anno scorso a Palermo.
Il campionato di Serie B è sempre difficilissimo, ci sarà da lottare, ma mi posso augurare che il Bari riesca a salire, perchè sono veramente legato a questa società.

Quest’estate le è arrivata qualche offerta da qualche società?
Qualcosa è arrivata, ma è stato difficile trovare situazioni progettuali, visto che il rapporto con il Palermo si è concluso a Giugno. C’è stato qualche pourparler, ma non si è concretizzato niente. Mi auguro che questa pausa di riflessione mi abbia fatto bene e che questo riposo forzato possa dar luogo ad una ripresa se ci sono società che hanno voglia di puntare sull’esperienza e all’entusiasmo di una persona che ha sempre vissuto con il calcio e per il calcio.

L’ hanno cercata società di Serie A o Serie B?
Due società di B. Però, ripeto, non c’erano i presupposti, anche temporali, per poter buttare giù qualcosa di serio.

Ci può dire quali sono queste società?
Non me la sento. Ora quei posti sono occupati da altri professionisti e non è bello  parlare di queste cose.

Fonte: giovaninrete

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