PAPA FRANCESCO SULLA SIRIA: È UNA GUERRA PER QUALCOSA O SERVE SOLO A VENDERE ARMI?

AG.RF  09.09.2013  (***)

(riverflash) – Il mondo non vuole altre guerre. Risolvere i problemi con la violenza non ha mai dato risultati positivi. L’ONU, che ha sede a New York, dovrebbe essere il luogo delegato a mettere d’accordo le diverse Nazioni, ma gli Stati Uniti non le danno più ascolto. George Bush jr. face la guerra in Iraq chiamando in causa le armi chimiche, mai trovate dagli ispettori ONU. Forse un pretesto per colpire uno Stato sovrano produttore di petrolio e il cui leader era inviso a Israele. La guerra non ha risolto i problemi dell’Iraq, la gente continua a morire ogni giorno in attentati. La differenza è che adesso il potere è in mano ai musulmani sciiti, mentre ai tempi di Saddam Hussein comandavano i musulmani sunniti.

Adesso gli Stati Uniti vogliono fare un’altra guerra, breve, ma sempre una guerra. Per giustificare l’uso della forza Barak Obama, successore di Bush jr alla Casa Bianca, invoca motivi umanitari, di bambini vittime di gas tossici, per legalizzare il suo attacco alla Siria fregandosene dell’ONU.

Papa Francesco, all’Angelus di ieri in piazza San Pietro, ha condannato senza tentennamenti chi ha bisogno di guerre per vendere armi: “dire no all’odio fratricida e alle menzogne di cui si serve, dire no alla violenza in tutte le sue forme, dire no alla proliferazione delle armi e al loro commercio illegale, ce ne è tanto. E sempre rimane il dubbio. È davvero una guerra per qualcosa o è una guerra del commercio illegale per vendere armi. Questi sono nemici da combattere uniti e con coerenza, non seguendo altri interessi se non quelli della pace e del bene comune. Cessi subito la violenza e la devastazione in Siria e si lavori con rinnovato impegno per una giusta soluzione al conflitto fratricida”.

Gli USA pensano, forse, che a loro tutto sia lecito. Furono loro ad appoggiare i talebani per scacciare i russi dall’Afghanistan e non hanno fatto un bel regalo al mondo. Appoggiando l’esercito di liberazione siriano con le armi si rischia che le stesse armi finiscano nelle mani di Al Queda.

Nella foto di archivio Kerry e Assad a cena amichevolmente