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P.A: TAGLIO DEI DISTACCHI E PERMESSI SINDACALI PER “RIDURRE LA SPESA”

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AG.RF.(MP).26.08.2014

“riverflash” – Come contenere le spese della Pubblica Amministrazione? Il governo ha deciso di mettere in pratica un provvedimento, dal I settembre, che mira a ridurre del 50%, le prerogative sindacali. Il provvedimento, che rientra nella riforma della P.A, è stato stabilito il 20 agosto, con una circolare firmata dal ministro della P.A. Marianna Madia. Ma qual è l’obiettivo di questa riduzione? Sostanzialmente la razionalizzazione della spesa pubblica: ciò significa che entro la fine del mese fine mese, i sindacati dovranno comunicare la revoca dei distacchi e quindi tutte le associazioni sindacali dovranno : “comunicare alle amministrazioni la revoca dei distacchi sindacali non più spettanti”, così come scritto nella circolare. Tuttavia, la riduzione del 50% delle prerogative sindacali, non verrà applicata alle Forze di Polizia ad ordinamento civile e al Corpo nazionale dei Vigili del Fuoco”. L’eccezione per Forze di Polizia e Vigili del Fuoco, che era già prevista nel dl della riforma, prevede che “per ciascuna riunione sindacale, tenuta su convocazione dell’amministrazione, un solo rappresentante per ciascuna organizzazione può gravare sui permessi” previsti, rispettivamente nel decreto del presidente della Repubblica 18 giugno 2002 e nel decreto del presidente della Repubblica 7 maggio 2008. Contraria ovviamente la Cgil che annuncia battaglia e afferma che “non sarà certo l’ennesimo taglio dei distacchi sindacali, che peraltro la Cisl non ha contrastato, a risolvere i problemi della Pubblica Amministrazione” e ha detto “basta con la demagogia ed il populismo: ci aspettiamo dal Governo che rinnovi i contratti dei pubblici dipendenti fermi scandalosamente da ben sette anni ed un piano trasparente e dettagliato di riforma di tutta la Pubblica Amministrazione da discutere con il sindacato”. Anche la Uil ha commentato il provvedimento affermando che “non c’entra nulla con la spending review: da questa operazione non scaturirà alcun risparmio per lo Stato, anzi, il rientro dei distaccati comporterà un aumento dei costi per le casse pubbliche, perché occorrerà pagare a questi dipendenti anche il salario accessorio, i buoni pasto e la produttività”.

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