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ORA L’ALZHEIMER SI POTRA’ DIAGNOSTICARE GRAZIE AL CURRY

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AG.RF.(MP).03.08.2014

 “riverflash” – Un macchinario sviluppato dal centro di ricerca Cedar Sinai di Los Angeles permetterà di eseguire un test della retina colorando le placche tossiche indicatori della malattia. In che modo? Lo strumento permette, grazie a un sistema di “colorazione” che sfrutta l’ingrediente principale del curry (curcuma), di visualizzare nella retina le placche di frammento beta-amiloide, la proteina che si accumula nel cervello dei pazienti in quantità tossiche. La retina, facendo parte del sistema nervoso, presenta dunque placche di beta-amiloide nei pazienti con Alzheimer. Questa sostanza finisce nella retina ed è visualizzabile tramite colorazione con curcuma ben prima che si accumuli nel cervello. A fare questa scoperta, sono stati i ricercatori del Cedar Sinai che hanno poi avuto l’idea di mettere a punto un test di diagnosi precoce dell’Alzheimer tramite un esame della retina. Il test non è invasivo ed è semplice come quello usato dagli oftalmmologi per visualizzare, appunto, la retina. E’ molto importante intervenire in tempo nei soggetti in cui in morbo è ancora in uno stadio latente e non ha sviluppato sintomi. In questo senso i risultati di uno studio clinico presentati alla conferenza della Alzheimer’s Association International a Copenaghen potrebbero essere rivoluzionari: un esame della retina non invasivo potrebbe un giorno essere usato per riconoscere precocemente e diagnosticare la malattia neurogenerativa molti anni prima della comparsa dei primi sintomi. È quanto reso possibile grazie a un apparecchio sviluppato dal centro di ricerca Cedar Sinai di Los Angeles insieme alla Neurovision, già testato su pazienti e soggetti sani di controllo.  L’obiettivo dei ricercatori è proprio quello di comprendere quali sono i fattori di rischio della patologia e trovare una nuova possibile cura. In Gran Bretagna sta per partire il più grande screening mai fatto finora nel mondo, l’unico che utilizzerà contemporaneamente i dati genetici, quelli sugli stili di vita e i test cognitivi di oltre 300 mila persone. Recentemente è stato anche annunciato un test del sangue in grado di “predire” l’arrivo dell’Alzheimer. Ma non è tutto perché un gruppo di scienziati dell’università americana di Georgetown, che hanno pubblicato il loro studio su “Nature Medicine”, hanno ideato un esame che permette di scoprire, con una precisione superiore al 90%, se una persona che non ha ancora sintomi, potrebbe andare incontro ad una forma di demenza senile e di deterioramento cognitivo nei successivi 2-3 anni. Il test è in grado di identificare i 10 tipi di lipidi (grassi) che fungono da marcatori. Nel mondo i malati di Alzheimer sono quasi 40 mln: non esiste una cura e i farmaci servono solo a ridurre temporaneamente i sintomi.  Secondo un recentissimo studio effettuato negli Stati Uniti, oggi un americano oltre i 60 anni di età ha il 44% di probabilità in meno di sviluppare un forma di demenza rispetto a 30 anni fà. Il calo è probabilmente dovuto alla maggiore educazione al controllo di alcuni fattori pericolosi per la salute come il colesterolo e la pressione sanguigna. Secondo inoltre, l’età in cui si manifesta la malattia è aumentata da 80 anni nel 1978 a 85 nel 2006.

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