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“ODISSEA – NESSUNO RITORNA” AL TEATRO QUIRINO – La recensione

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di Valter Chiappa

(AG.R.F. 26/05/2016)

(riverflash)      Buio. Un telo si illumina di una luce livida. Dal fondale nero emergono tre figure. Tre donne. Sono abbigliate di bianco, ma la loro veste è di plastica e cellophan. Potrebbero essere tre spose, ma i loro abiti sono laceri. Vorrebbero essere tre spose, ma i loro volti sono tumefatti. Forse sono i feriti, reduci da una battaglia. Unico il nemico, Amore; uno solo il suo generale, Ulisse.

Circe, Calipso, Nausicaa. Dal periglioso viaggio dell’Odisseo Matteo Tarasco estrapola le loro storie, tessendo fra le sue tappe il filo dell’abbandono. Ulisse, il profugo, il naufrago, il reietto giunge nei recessi dove tre donne vivono isolate e ne porta via il cuore, dopo averlo conquistato. “Chi molto ha sofferto, molto farà soffrire”. Così il racconto omerico diviene la metafora della devastazione che uno spietato invasore porta, spazzando le rive del cuore come un uragano. Il racconto doloroso del dono che viene carpito, della conquista che diventa furto, dell’amore che diventa mancanza, della speranza che non si arrende a mutarsi in disillusione. Un dolore noto, universale, che ha nelle tre figure femminili le sue tragiche Vestali; un dramma che svela il lato oscuro dell’eroe, “dalla mente colorata, ma dal cuore nero” e l’ineluttabile scia di sofferenza che il suo percorso verso la glorificazione lascia dietro.

Odissea – Nessuno ritorna”, lo spettacolo visto al Teatro Quirino ha emozionato in pari misura sia per il testo ispirato di Matteo Tarasco che per la toccante, sentita, viscerale interpretazione delle protagoniste: Giselle Martino (Circe), Ania Rizzi Bogdan (Calipso), Lara Balbo (Nausicaa). Solo tre donne potevano calarsi con tanta sensibilità negli abissi della pena d’amore, solo tre ottime attrici potevano renderla al pubblico in maniera così convincente.

Stasera la “Trilogia del mito”, rappresentata in questi giorni nello storico teatro romano, si chiuderà con Eneide – Ciascuno patisce la propria ombra”. Enea e il peso della predestinazione. Per continuare a riflettere, assieme a Matteo Tarasco, sulla figura dell’Eroe e sul gravoso fardello che ne accompagna il cammino, per scoprirne il volto segnato dietro la maschera dorata, rimane ancora una sera.

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