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“NON RESTITUIREMO IL PD AI VECCHI DIRIGENTI”: IL GRIDO DI RENZI DAL PALCO DELLA LEOPOLDA

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AG.RF.(MP).27.10.2014

“riverflash” – L’intervento conclusivo di Matteo Renzi alla Leopolda, (ex stazione di Firenze scelta come sede della convention), ha scaldato gli animi di tutti i suoi sostenitori, che hanno accolto con una “standing ovation”, le sue parole. Il premier si è rivolto a tutti coloro che lo criticano all’interno del Pd e soprattutto a quelli che alla ex stazione fiorentina, hanno preferito la piazza della Cgil, per esternare i propri malumori. Se l’è presa soprattutto con Rosi Bindi che l’ha fortemente criticato, prendendo spunto per affermare: “non vogliamo rimanere attaccati alla nostalgia, vogliamo provare a cambiare il futuro, non riconsegneremo il Pd ai ‘vecchi’ del partito e impediremo loro di riportarlo dal 40 al 25%”. Parole dure e inequivocabili quelle del premier che se la prende soprattutto con quelli che non vogliono cambiare e “non vedono l’ora di un nostro fallimento”. Il discorso è poi scivolato sull’art. 18, tema caldo che tante polemiche ha suscitato ed ha riempito le piazze, che “deve essere superato” perché “nel 2014 aggrapparsi ad una norma del 1970 che la sinistra di allora non votò è come prendere un iPhone e chiedere dove poter mettere il gettone del telefono, o prendere  una macchina digitale e metterci il rullino”. Il lavoro dunque, tema molto caro a Renzi, “deve avere ora tutele diverse, che devono essere estese a tutti e non solo per chi è garantito”, ha aggiunto e “lo Stato deve farsi carico di chi perde il posto”.  Ma egli chiede piuttosto un cambio di mentalità in generale il merito al problema “il posto fisso non esiste più” e “un diverso modo di ragionare delle imprese” e questo discorso è stato rivolto soprattutto a tutti coloro che sono scesi in piazza, lo zoccolo duro del partito, quelli che non vogliono affatto cambiare, ma sono rimasti vittime delle “vecchie” idee del partito. Ecco Renzi, nel suo discorso, si è rivolto soprattutto a loro, criticando fortemente i contrasti tra sinistra renziana e minoranza Pd dopo la manifestazione della Cgil a Roma, dove oltre un milione di persone, hanno contestato la politica del governo sul lavoro. Tutto ciò ha portato ad una grave frattura all’interno del partito, frattura che Renzi rispetta ma che non gli impedirà di andare dritto per la sua strada, perché, come ha concluso dal palco della Leopolda: “io voglio cambiare questo Paese e quindi vado avanti anche se c’è chi mi critica”.

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