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NADIR NAIM, IL “PRINCIPE DEL POPOLO” CHE LOTTA PER IL FUTURO DELL’AFGHANISTAN

di Flavia Tofone AG RF 25.11.2013nad

KABUL (RIVER FLASH)- Il principe Nadir Naim aveva appena tre anni quando una fotografia del National Geographic lo ritraeva con il nonno, l’ex re afghano Mohammed Zahir Shah, in una fattoria nei pressi di Kabul. Quella era l’estate del 1968. Cinque anni dopo, il re avrebbe perso il suo trono in un cruento colpo di stato guidato da suo cugino, Mohammed Daoud Khan. Oggi, dopo decenni di occupazioni, lotte ed esilio, il principe Nadir ha riacquistato il possesso del vecchio frutteto di famiglia.  L’azienda oggi si erge a simbolo di un paradiso perduto, ma che può essere ancora riacquistato. L’intento di Nadir è di restaurarlo e di trasformarlo in un parco pubblico per tutti gli afghani dove possano ricordare i giorni migliori.

Ma c’è anche la politica nel futuro del principe afgano. Il 6 ottobre, il principe Nadir ha annunciato la sua candidatura per le elezioni presidenziali afghane del 2014. E ‘tra gli 11 personaggi in tutto lo spettro politico, che sono in lizza per i “piani alti” tra cui tre ex ministri degli esteri come il dottor Abdullah Abdullah , il dottor Zalmai Rassoul e Hedayat Arsala, un ex consulente della Banca Mondiale, Ashraf Ghani , e il fratello dell’attuale premier, Qayum Karzai. Con le truppe della NATO pronte a lasciare l’Afghanistan entro la fine del 2014, chi seguirà ad  Hamid Karzai , erediterà pesanti sfide come far fronte ad una fatiscente economia , un picco nella coltivazione di oppio, il deterioramento della sicurezza.

Il Principe Nadir ha lanciato la “Voce del Popolo”, un movimento formatosi da una Jirga (assemblea tradizionale degli anziani delle tribù) lo scorso marzo, dopo quattro anni di “consultazioni informali” con il popolo afgano. L’ evento, dice, era un raduno di massa di più di 2.500 persone provenienti da 34 diverse province, “riunendo etnia pashtun, tagiki, hazara, uzbeki e altre etnie nobili le cui lealtà appartengono alla nazione afghana e ad una stessa bandiera”. “Quello che vogliamo è di stabilire una visione afghana per il futuro dell’Afghanistan, uno stato di unità per tutti gli afghani.

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