Coppa di Africa dal 13 gennaio
header photo

ingrandisci il testo rimpicciolisci il testo testo normale feed RSS Feed

MOSTRA MERCATO NAZIONALE DEL TARTUFO BIANCO IL 9 E 10 NOVEMBRE A GUBBIO

AG.RF  08.11.2013

(riverflash) – Cani dall’olfatto fantastico per trovare sotto terra il tartufo bianco quando è maturo e questa delizia della cucina italiana arriva al punto giusto di maturazione ad autunno inoltrato, più precisamente nel mese di novembre. Quando il tartufo non profuma, in genere è perché non è maturo e non è stato trovato grazie al cane.

L’identificazione della varietà del tartufo viene data da diversi fattori. Oltre le dimensioni e le caratteristiche organolettiche hanno un ruolo decisivo anche le caratteristiche morfologiche.

I tartufi, infatti, sono formati dal Peridio, la parete più esterna che può essere liscia o verrucosa; dalla Gleba, la massa interna che può avere colore variabile, al cui interno si sviluppano le venature più o meno ampie e ramificate che delimitano le parti fertili, al cui interno sono contenute gli Aschi, ovvero le cellule contenenti le spore.

Tra i tartufi il re incontrastato è quello bianco, il «Tuber Magnatum Pico». È la specie più pregiata, in virtù delle sue elevate proprietà organolettiche. Dotato di profumo intenso e penetrante. Lo si riconosce dal peridio liscio, di colore giallo chiaro. Gleba giallastra con tonalità nocciola o marrone. Si presta a essere consumato crudo su pietanze calde che ne esaltino l’aroma senza mascherarlo.

Le origini dell’utilizzo del tartufo si perdono nel corso della storia, ma per certo si sa che era già conosciuto al tempo degli antichi Sumeri che erano soliti consumarlo mischiato con altri vegetali come orzo, ceci, lenticchie e senape.

Tracce del suo consumo vengono trovate anche nell’antica civiltà ateniese che, secondo la leggenda, conferirono la cittadinanza ai figli del romano Cherippo solo per avere inventato una nuova ricetta a base di tartufo.

La prelibatezza di questo pregiato alimento è richiesta da tempi memorabili. Tanto che anche in antichità era prevista la figura del pesatore pubblico.

Il tartufo bianco non si cucina, si mangia crudo affettato sulle tagliatelle, sull’uomo al tegamino, sui tortellini in bianco. Sarebbe da suicidi abbinarlo al sugo di pomodoro.

A chi è pronto a fare follie per il «Tuber Magnatum Pico» suggeriamo un week-end a Gubbio, dove il 9 e 10 novembre c’è la Mostra Mercato Nazionale del tartufo bianco.

Presentato da solo o nei piatti tipici, che potrete degustare nei svariati stand in giro per il centro del prezioso borgo medievale, il profumo inconfondibile del tartufo bianco sarà anche l’occasione per scoprire tutte le prelibatezze che una terra come l’Umbria sa offrire. 

E allora lasciatevi rapire i sensi dagli ottimi formaggi di pascolo, dalle norcinerie con le loro succulente carni selezionate, dal proverbiale olio extravergine d’oliva, il miele, e gli impareggiabili dolci tradizionali.

I più fedeli al dio bacco vedranno esaudite le loro preghiere, infatti, per il 2012 il tartufo di Gubbio sarà abbinato ai vini campioni delle cantine locali, un’occasione unica per fare il giro dell’eccellenza eno-gastronomica italiana partendo da una sola piazza.

E ancora, gli imperdibili laboratori sensoriali del gusto e i banchi d’assaggio; il concorso gastronomico; l’artigianato artistico e gli attesissimi show cooking.

 

tartu bian vasstartufo bianco

Nessun Commento »

Puoi lasciare una risposta, oppure fare un trackback dal tuo sito.


Vuoi essere il primo a lasciare un commento per questo articolo? Utilizza il modulo sotto..

Lascia un commento


Heads up! You are attempting to upload an invalid image. If saved, this image will not display with your comment.

*