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“MOLTO RUMORE PER NULLA” AL GLOBE THEATRE: DIVERTIRSI CON SHAKESPEARE

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di Valter Chiappa

(AG. R.F. 08/08/2015) (riverflash)

È tornato al Globe Theatre “Molto rumore per nulla”, lo spettacolo che l’anno scorso, a seguito di una trionfale accoglienza, ha piacevolmente costretto gli organizzatori a prolungare con ulteriori repliche la stagione fino ai primi giorni di Ottobre e che, a pieno titolo quindi, è diventato uno dei cavalli di battaglia della struttura diretta da Gigi Proietti. Dopo il debutto, avvenuto mercoledì scorso, lo spettacolo sarà in cartellone fino al 30 Agosto. Sin dalla prima serata spettatori, non vinti dal caldo afoso, non distolti dai progetti vacanzieri, hanno riempito in ogni ordine di posti i palchi e il parterre, lasciando presagire un nuovo clamoroso exploit.

Riteniamo che il successo di uno spettacolo teatrale sia una buona notizia per l’intera città; è quindi doveroso occuparsene ed analizzarne le ragioni, sperando che esso possa costituire un modello ripetibile o comunque un riferimento a cui guardare. Il primo ovvio merito di tanto affetto da parte del pubblico di ogni tempo, sia teatrale e cinematografico (ricordiamo la fortunata trasposizione di Kenneth Branagh), è nel testo shakespeariano. Un testo leggerissimo, fatto di puro divertimento, in cui le vicende perdono rapidamente peso e lasciano spazio alla maestria della penna, alla parola, arrotondata o affilata, comunque soave, che è la vera o la sola protagonista dell’opera. L’argomento è quello antico: due coppie di giovani inevitabilmente destinate all’amore. Il nobile Claudio e la pudica Ero si accendono repentinamente; il loro percorso verso le sospirate nozze sarà ostacolato dalle macchinazioni dell’infido Don Juan. Benedetto, guerriero smargiasso e misogino trova invece pane per i suoi denti nell’arguzia dell’irriverente Beatrice, con cui si produce in taglienti duelli verbali; ma anche il loro destino è segnato: gli inganni, questi benefici, di cui sono vittime, li condurranno inevitabilmente nelle braccia l’uno dell’altra. In mezzo una selva di personaggi minori, ma ognuno col suo peso specifico: servette maliziose, sgherri bislacchi, nobili signori e bravi corrotti. L’intreccio, abilmente creato, rapido si scioglie verso il lieto fine atteso sin dalla prima scena: molto rumore per nulla appunto. Shakespeare tesse il suo canovaccio sulla contrapposizione dei personaggi, sulla vivacità delle scene e sulla brillantezza dei dialoghi. In quest’opera spinge alla perfezione, nei battibecchi fra Beatrice e Benedetto, l’utilizzo della schermaglia amorosa; tema che peraltro verrà ereditato dalla commedia romantica di ogni tempo, non solo teatrale, e di cui, specialmente nella tradizione anglosassone, è ingrediente principale.

L’allestimento di Loredana Scaramella valorizza al massimo il nobile copione: movimenti scenici curatissimi e gag a profusione creano ulteriori spunti di divertimento; la scenografia, più che essenziale, viene gestita con effetti suggestivi. Inoltre la regista da massimo risalto, come peraltro richiedeva la scrittura originale, alla musica, che diventa il condimento capace di dare il suo inconfondibile sapore a tutta la rappresentazione. Qui la felicissima invenzione della presenza continua sul palco di tre musicisti, che, con chitarra, mandolino e tamburo sottolineano con melodie antiche le movimentate vicende; salvo prodursi, nelle scene di festa, in sfrenate pizziche, omaggio alla cultura salentina della Scaramella. Ulteriore trovata, questa, che rende l’andamento, già brioso, a tratti irresistibile. Insomma un tripudio d’invenzione, un vortice di divertimento all’interno del quale gli spettatori vengono irresistibilmente risucchiati; fino al pirotecnico finale, quando il pubblico sul parterre viene invitato a danzare dagli attori, discesi dal palco. Dopo tanta festa l’applauso non può che esplodere fragoroso.

Come tradizione di tutti gli spettacoli del Globe Theatre, il cast costituisce un meccanismo perfettamente oliato, cin il contributo di ottimi professionisti: Fausto Cabra (Claudio), Mimosa Campironi (Ero), Mauro Santopietro (Benedetto), Federigo Ceci (Don Pedro), Matteo Milani (Don Juan), Ivan Olivieri (Corrado), Lara Balbo (Margherita), Loredana Piedimonte (Orsola). A nostro vedere però, una particolare menzione va a due degli attori protagonisti, perché la loro eccezionale performance è un pilastro imprescindibile della costruzione voluta dalla regista. In primis la strepitosa Barbara Moselli, che esibisce tempi e mimica da consumata interprete comica ed affila a puntino la tagliente lingua di Beatrice, donando al personaggio una verve che pare quasi appartenere al DNA dell’attrice. L’altrettanto bravo Carlo Ragone invece, duplicandosi, ha possibilità di mettere in mostra le sue doti istrioniche: nella parte di Baldassarre svela capacità canore non comuni; nel ruolo dello sgrammaticato commissario Corniolo invece si produce invece in gag esilaranti, che da subito lo rendono un beniamino del pubblico.

“Molto rumore per nulla” di Loredana Scaramella realizza quindi al meglio quella che è la ricetta vincente del Globe: Shakespeare per tutti. Shakespeare che, in questa stagione del Globe Theatre, ci ha sollevato nelle nuvole del “Sogno di una notte di mezza estate”, che ci ha immerso nei tetri abissi della follia di Lear, oggi, con “Molto rumore per nulla”, ci fa divertire con l’arguzia ed inebriare con le danze.

Shakespeare per ogni cosa, Shakespeare sempre, Shakespeare ovunque. Questo è il messaggio che portiamo a casa dopo l’ennesima bella serata al Globe Theatre, questo l’imperativo che ci porterà a difendere a spada tratta il Globe Theatre, contro chiunque, a Roma, voglia far tacere la voce di William Shakespeare.

 

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