Coppa di Africa dal 13 gennaio
header photo

ingrandisci il testo rimpicciolisci il testo testo normale feed RSS Feed

MARIO DONDERO: GLI SCATTI DI UN FOTOREPORTER ALLE TERME DI DIOCLEZIANO

wbresize

di Maria Michela D’Alessandro (AG.RF. 13.01.2015) (river flash) – Nelle grandi aule delle terme più grandi della Roma antica, quelle di Diocleziano, nel centro della metropoli romana, tra la stazione Termini e Piazza della Repubblica, arrivano le foto di Mario Dondero, uno dei più grandi fotoreporter italiani di fama internazionale. Sobrio allestimento, per esaltare le sale del luogo culturale romano, ma anche per portare le opere dell’artista, classe 1928, nude, così come lui le ha realizzate. Ad accogliere il visitatore, fino al 22 marzo 2015, una serie di immagini che spiegano “La nascita di una vocazione” grazie anche a Robert Capa, il grande fotografo dell’agenzia Magnum che Dondero vuole ringraziare, proprio con uno scatto.

Mossi i primi passi di quella che sarebbe diventata la sua vocazione e il suo lavoro, la mostra va di pari passo alla sua crescita professionale e anagrafica: Milano prima, Parigi poi. La capitale francese lo accoglie nel 1954 e comincia a renderlo famoso, soprattutto grazie allo scatto che ritraeva gli intellettuali della corrente letteraria Nouveau Roman, ancor prima che si accorgessero di cosa avevano inventato. Gli anni che seguono disegnano la sagoma dell’artista che è oggi. Come una moneta, le due facce delle sua arte vengono fuori nella sezione “La passione per la politica e la storia” dove al racconto della guerra algero-marocchina o del processo Panagoulis si mischiano gli incontri con gli intellettuali e gli artisti che immortalava con la sua macchina. Nei suoi lavori immagini di paesi a confronto, l’Italia, la sua Italia degli anni Sessanta e la Francia fino ai Novanta, ma anche e soprattutto l’Africa, un continente e una cultura ricorrenti e presenti. Nella sezione “Verso il mondo” gli scatti non hanno bisogno di didascalie, è la foto, sono i bianchi e i neri che riescono a trasmettere e a descriverci quel mondo così diverso. Il suo paese era il mondo, attraverso il viaggio, e il suo lavoro è riuscito a immortalare e a raccontare la storia e gli avvenimenti di Cuba, del Brasile, della Cambogia.

Ma è “La grande svolta”, titolo dell’ultima sezione, che ci fa toccare quello che Dondero continua a fare da anni, il fotoreporter: il reportage sulla caduta del muro di Berlino, la Russia di Putin e l’Afghanistan. E ancora, tantissimi giornalisti, artisti, personaggi politici e attori che hanno incontrato l’occhio del suo obiettivo, tra cui Pier Paolo Pasolini, Giuseppe Ungaretti, Federico Fellini, Roman Polansky, Dario Fo, Jean-Paul Sartre, Francis Bacon e tanti altri.

La sua formazione fotografica è sicuramente influenzata da Robert Capa e Henri Cartier-Bresson, ma è indubbia la sua unicità nell’utilizzo del mezzo fotografico e nel rifiuto delle nuove tecnologie: la realtà così come è, attraverso quasi un secolo di scatti di un uomo amante della letteratura, della politica e della storia che ancora viaggia per raccontare il mondo che cambia, in tanti scatti.

L’esposizione è curata da Nunzio Giustozzi e Laura Strappa ed promossa dalla Soprintendenza Speciale per i Beni Archeologici di Roma con Electa. Nel periodo della mostra, inoltre, un ciclo di incontri organizzati con la rivista Nuovi Argomenti illustrerà storie e visioni di fotoreporter.

Nessun Commento »

Puoi lasciare una risposta, oppure fare un trackback dal tuo sito.


Vuoi essere il primo a lasciare un commento per questo articolo? Utilizza il modulo sotto..

Lascia un commento


Heads up! You are attempting to upload an invalid image. If saved, this image will not display with your comment.

*