AG.RF 20.10.2014 (ore 17:26)
(riverflash) – In un editoriale di questa mattina sul «Fatto Quotidiano», Marco Travaglio si chiede se sia ancora giornalismo politico quello dei talk-show, troppo vincolati agli indici di ascolto e al consenso di chi comanda. L’editoriale, intitolato «Molto show, poco talk» è una sorta di risposta a Michele Santoro, che l’ha invitato a rientrare nella squadra di «Servizio Pubblico» a patto di restare negli schemi predisposti dalla trasmissione: “Chi insinua dissensi politici fra il conduttore renziano e il collaboratore grillino, risentimenti per l’ora tarda, nervosismi da share, gelosie da primedonne, mente per la gola. Prima di domandarsi se il collaboratore fa la pace col conduttore e torna a bordo, andrebbe sciolto un rebus: cosa rimane, del giornalismo come lo conosciamo tutti, nei talk show”.
Travaglio, condirettore del «Fatto Quotidiano» rincara la dose e tira stoccate: “Qui la questione è un po’ più seria. Esiste ancora nel talk show uno spazio indipendente per il talk inteso come racconto di fatti veri al riparo dallo show, cioè del pollaio gabellato per ‘contraddittorio’ e ‘ascolto’ dove chi ha torto e mente passa dalla parte della ragione e della verità solo perché se ne sta comodo a cuccia, certo dell’impunità politica che gli consente di governare da 30 anni, in una notte dove tutte le vacche sono nere”.
Oggi Matteo Renzi, a margine della direzione PD ha dato una grande notizia: “Sono stati espulsi dal M5S tre militanti che al Circo Massimo si erano comportati in modo sanzionato da Grillo”. Poi l’ex-sindaco di Firenze ha alzato il tiro sul cofondatore del Movimento: “Lo avrebbe capito chiunque che Beppe è andato tra gli angeli del fango di Genova per ottenere consensi elettorali”.
Travaglio l’aveva anticipato a Renzi su questo punto: “Se i colpevoli sono tutti al potere è anche perché troppa gente si lascia abbindolare dai diversivi retorici tipo ‘angeli del fango’ che, intendiamoci, fanno benissimo e vanno ringraziati, purché però non si prestino a distrarre l’attenzione dai portatori del fango”.
Marco Travaglio si chiede: “Davvero parlare di queste porcate chiamandole col loro nome e chiedendone conto a chi le ha fatte è violazione del bon ton e rifiuto del contraddittorio?”. Quindi spiega la sua uscita dalla trasmissione di giovedì 16 ottobre: “Molto più facile dipingere i fatti come ‘insulti’ e le critiche come ‘rissa’, anche se me ne sono andato proprio per evitare di trascendere davvero negl’insulti e nella rissa. Restare calmi e zitti in quella bolgia di bugie e ipocrisie è un’impresa che può riuscire ai figuranti da talk show, marionette senza sangue che s’incazzano e si placano a comando”.
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