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MAFIA, STATO E BANCHE

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AG.RF.(Claudio Peretti). 12.04.2016

“riverflash” – Ieri sera, su RAI 3, ho assistito a due interessanti programmi: “che tempo  che fa” e “Report”.

Beh, questa volta devo ammettere che la RAI mi è piaciuta e, per trasmissioni come quelle di ieri sera, vale forse anche la pena di pagare il canone (peccato che, di trasmissioni di questo livello, il broadcasting pubblico ce ne mandi poche..). Alla fine, analizzando bene i fatti esposti, le due trasmissioni parlavano della stessa cosa ed ecco perché.

Prima, durante “Che Tempo che fa” c’è stata un’interessante analisi di Roberto Saviano dell’intervista di Salvo Riina a Porta a Porta. L’intervista è stata decriptata in maniera perfetta da Saviano, che ha mostrato anche altre interviste a parenti di mafiosi, mettendo in luce dati e fatti in comune, che fanno capire come funziona “Cosa nostra” e le altre cosche che noi chiamiamo “mafiose”.

Poi c’è stata la trasmissione della Gabanelli: Report, che ha mostrato le truffe e la furbizia dei banchieri e dei bancari della banca Popolare di Vicenza e di Veneto Banca, per far sottoscrivere a maldestri e sprovveduti clienti obbligazioni “subordinate”, ossia subordinate al successo delle operazioni della banca, e quindi molto rischiose. Questi poveracci, che da anni avevano un conto in quella banca e che quindi conoscevano i dipendenti, ossia quelli che stavano dall’altra parte dello sportello, si sono fatti infinocchiare ed hanno sottoscritto queste obbligazioni subordinate senza neppure rendersene conto. Ora ci sono fogli firmati da questi “sottoscrittori”, che hanno pagato azioni de valore di oltre 60 Euro l’una, ed ora valgono, se va bene, un decimo! Ma sui fogli ci sono le loro firme e quindi, da un puro punto di vista legare – burocratico, la banca ha quasi ragione… Beh, qui il quasi ci sta benone, perché, a ben guardare, come si fa a far passare un povero pensionato che faceva il postino per un “imprenditore”? Ebbene: leggendo le decine di pagine sottoscritte da chi ha accettato quelle azioni, si legge proprio questo che, guarda caso è sfuggito ai poveracci che sono stati ingannati con il sorriso sulle labbra. E qui sta il punto: oggi la gente comune accetta contratti sulla fiducia, per la pigrizia, la scarsa voglia di leggere tutte le clausole scritte in piccolo, le parole magniloquenti, le circonlocuzioni cattedratiche. In effetti un po’ lo facciamo tutti: se io ho un amico, perché stare a leggere tutte le decine di pagine che mi descrivono il contratto? Beh, io l’ho fatto molte volte, e quasi sempre ci ho rimesso. Oggi non c’è una legge contro la “circonlocuzione di incapace”, e le grosse società, gli avvocati, i legulei, ci marciano. Ma avete mail letto una qualsiasi legge della nostra repubblica pubblicata sulla Gazzetta Ufficiale? Io, francamente, non le capisco quasi mai, anche perché ci sono sempre rimandi ad altre leggi, ad altri regolamenti, i quali a loro volta rimandano ad altro e così via. Se uno vuole leggere e capire una qualsiasi legge del nostro stato, forse, per una sola legge, c’è da studiare un mese e più..

Ma torniamo al caso della banca Popolare di Vicenza ed alla Veneto Banca: cos’hanno in comune con la mafia? Solo i metodi, dico io. I mafiosi veri, quelli truculenti, uccidono e sparano, ma, in fondo, truffano qualcuno, i direttori ed i consigli di amministrazione di quelle banche non uccidono, è vero, ma a volte inducono qualcuno a suicidarsi, per le grandi truffe che fanno ai poveri cittadini ed imprenditori che non riescono più a sopravvivere per l’impossibilità di tirare avanti senza il supporto economico per le loro attività e le loro imprese. E tutto questo quando ci sono organi come la COSOB  e la Banca d’Italia, il cui compito dovrebbe essere quello di controllare e sorvegliare che le banche, considerata la responsabilità che hanno, facciano il loro dovere. Ma questo non accade, i responsabili di queste banche vengono liquidati con buone uscite e stipendi milionari, quando, almeno per un minimo di decoro, si dovrebbero sequestrare i beni per rimborsare i truffati.. E, guarda caso, quando si avvicina la tempesta, quando la grande massa dei truffati comincia ad agitarsi, allora questi signori, alla chetichella, iniziano a trasferire i loro beni ai famigliari più stretti, per farsi trovare nullatenenti al momento del processo.. E tutto questo, le nostre leggi, fatte da torme di politici passati e presenti, lo tutelano, lo lasciano fare, come se la cosa non fosse un pugno in un occhio per chiunque abbia il minimo senso della giustizia.

Persino il questore di Vicenza, ieri sera intervistato, pareva pusillanime e non ha fatto una chiara dichiarazione di condanna dell’accaduto. Per non parlare del direttore della Banca d’Italia: “   .si, abbiamo indagato, abbiamo visto che le cose non andavano…” ma poi, cosa hanno fatto? Hanno lasciato correre, hanno lasciato che le cose si incancrenissero fino a questo punto. E poi si parla di mafia: cosa è questo, se non mafia? Qui c’entrano tutti: oltre ai banchieri: gli organi dello stato, la politica.. cosa si cerca di più?

La mafia, di cui tanto parlano i telegiornali, spara per ottenere ciò che vuole: ed è un’associazione per delinquere, ma questi altri che cosa sono? Non sono forse anche loro un’associazione per delinquere? E’ vero, questi ultimi usano metodi più raffinati, più intelligenti, ma la loro intelligenza e la loro raffinatezza le usano per turlupinare dei poveri diavoli. Dove sta la differenza? La mafia non è mai stata sconfitta, così come non sono mai stati sconfitti questi furbetti (io li definirei furboni) che, d’accordo coi poteri dello stato, non fanno altro che turlupinare i cittadini che lo stato dovrebbe tutelare. Vuoi vedere cha anche la mafia, quella che noi consideriamo mafia, ha agganci coi poteri dello stato? Per questo, forse, non è mai stata sconfitta.

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