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MA CHE SENSO HA LA PENSIONE?

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AG.RF.(Claudio Peretti).01.07.2016

“riverflash” – Ieri sera, girovagando fra i vari programmi televisivi, ho assistito ad un’intervista con il prof. Veronesi n cui si trattava della longevità. Fra i vari studi, ce n’è uno sulla popolazione di Okinawa, una grande isola a sud del Giappone, ove pare ci siano le persone più longeve del mondo. Per sintetizzare, dallo studio si evincono i due seguenti fattori fondamentali:

  • mangiare poco ma di tutto,

  • fare una vita attiva anche da anziani (non sentirsi inutili).

A parte il fattore alimentare, che è ovvio, per cui è inutile fare commenti, vorrei qui focalizzarmi sul secondo e forse più importante fattore, quello di fare una vita attiva. Il nostro sistema, troppo organizzato, del lavoro, ad un certo punto, ci costringe ad andare in pensione, diciamo fra i 65 e 70 anni. Giusto, si dirà, dopo una vita di lavoro, da anziani ci si deve riposare! Ed eccoli lì i vecchietti, un po’ coi nipotini, e questo è meraviglioso per sentirsi ancora utili, ma molti all’osteria a giocare a carte, a giocare alle bocce o, peggio ancora, a casa a guardare la televisione. Loro sono inutili, si rendono conto anche se solo inconsciamente, di essere un peso per la società e non hanno più nessuno scopo per vivere, per cui, più presto che tardi, lasceranno questo mondo. L’ho visto nei miei genitori ed in tante altre persone che avevano perso lo scopo per cui vivere. E’ chiaro che a questo scopo ci si deve credere. Altrimenti, che scopo è? L’età della pensione è stata determinata tanti anni fa, quando la maggior parte dei lavori erano pesanti, ed un operaio non vedeva l’ora di smetterla. Ma oggi, con tutte le tutele che ci sono, i presidi ambientali, quelli per la sicurezza e l’igiene sul lavoro, il peso massimo che può essere trasportato da un uomo, l’aumentato impiego delle macchine, non ci si stanca più come una volta ed uno si ritrova in pensione quando è ancora attivo, potrebbe fare ancora tante cose. A ben guardare abbiamo tanti esempi di vecchi che continuano a lavorare con soddisfazione, e fanno anche lavori delicati. Che ne dite del papa e del presidente della repubblica? Se quelli non sono lavori, perché li si paga tanto? Oppure guardate Berlusconi, che non molla, lo stesso Veronesi, che continua il suo lavoro instancabilmente. Certo, mi si dirà, loro non fanno lavori manuali, si, ma quanti sono in Italia che non fanno più lavori manuali? Tantissimi, forse la maggioranza. E poi ci sono i contadini, ricordo mio nonno, che ha continuato a lavorare nel suo podere finché ha potuto. Poi, per procurare una casa alle sue due figlie, lo ha venduto, è andato a vivere in un appartamento in città, si è ammalato e se nìè andato in meno di un anno. Prima lavorava in campagna, con tutti i tempi, ogni volta che c’era da lavorare, senza risparmiarsi, poi, quando avrebbe potuto riposarsi, quando non aveva più nessun lavoro da fare, si è ammalato ed è morto.

Oggi si dice che i vecchi devono cedere il posto ai giovani, certo, questo è giusto, ma in una società organizzata non ci dovrebbe essere questo problema: chi sa fare qualcosa, sia vecchio o giovane, dovrebbe poterlo fare, altrimenti, se il lavoro manca, significa che qualcosa non va e si deve capire qual è il male da curare. Se non lo si capisce, i nostri politici e governanti vanno mandati a casa perché loro sì che sono un peso inutile per la società. E poi c’è un altro ragionamento: la retribuzione, che dovrebbe essere proporzionata alla difficoltà ed all’importanza del lavoro da svolgere. Bene, seguendo questo ragionamento e ritenendo che una persona troppo anziana non sia in grado di fare un lavoro delicato e difficile, allora perché abbiamo un presidente della repubblica così anziano? Perché abbiamo un papa con più di 80 anni? Forse che il oro lavoro non è né delicato né difficile? Queste sono solo alcune delle domande da porsi, ma certamente, se quando uno perde lo scopo per cui vivere poi muore, allora non stupiamoci più se i nostri vecchi ci lasciano proprio quando potrebbero riposarsi e non hanno più nulla da fare. Il peggior nemico dell’uomo è la noia, guardate i bambini, neppure loro riescono a sopportarla!

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