2 Nov 2013
MOVIMENTO 5STELLE: MOZIONE DI SFIDUCIA PER LA CANCELLIERI MENTRE IL PD CHIEDE CHIARIMENTI
“riverflash” – Non si placano le polemiche intorno al ministro della Giustizia, Anna Cancellieri, per essersi interessato a Giulia Ligresti quando si trovava in carcere per il caso Fonsai. Nella bufera c’è anche il procuratore di Torino, Caselli, il quale si difende affermando che la legge è stata rispettata e ribadendo che la Ligresti avrebbe avuto i domiciliari per le sue precarie condizioni di salute. Il suo arresto dunque è durato un mese e successivamente alla donna sono stati concessi i domiciliari. Tutto ciò ha indotto il Movimento 5 Stelle a presentare la mozione di sfiducia individuale nei confronti del ministro della Giustizia, passando subito all’azione come è nella “filosofia” del movimento. Inoltre i grillini con questo atto, vogliono innanzitutto mettere il ministro di fronte alle sue responsabilità ma vogliono anche conoscere tutte le informazioni in merito alla “rete” e cioè alle persone che l’hanno aiutata ad ottenere i domiciliari per la Ligresti. Di fatto quindi Annamaria Cancellieri rimane al centro della polemiche anche se si è dichiarata disponibile a riferire in Parlamento. Anche il Pd chiede spiegazioni in merito e il Sel ha invitato il ministro a farlo al più presto. Occorre chiarezza immediata secondo il Pd, sia perché ci sono delle intercettazioni, sia per fugare qualsiasi dubbio che in Italia esistano detenuti di serie A e di serie B. Intanto si difende anche il procuratore Caselli che “scagiona” il ministro affermando che “i domiciliari alla Ligresti sono stati concessi per due concreti e provati motivi: le condizioni di salute assolutamente incompatibili con il carcere come certificato da un qualificato professionista e la richiesta di patteggiamento intervenuta prima che ci fossero le note telefonate di cui stanno parlando i giornali in questi giorni”. Questi sarebbero dunque gli unici due motivi che hanno riportato la Ligresti a casa e vengono così seccamente smentite le ipotesi di circostanze esterne che in qualche modo abbiano influito sulle decisioni dell’autorità giudiziaria. “Abbiamo agito, come sempre, in base alla legge e gli atti processuali lo dimostrano”.